sabato 9 gennaio 2016

Le cave "tagghiate te marcu itu"imparare a coltivare la terra con mille metri quadrati.


E’ possibile realizzare la tua Ortofarmacia diventando farmacoltivatori di un pezzetto di paesaggio rurale esteso mille metri quadrati.
I polli razzolano liberamente nel frutteto e ortaggi semiselvatici crescono ai  piedi degli alberi, in mezzo al trifoglio.
Nei campi che si trovano nel Salento leccese, nella pianura e nelle serre salentine, non c'è più il verde dell'orzo e del grano la fioritura del tabacco e della veccia consociata con l’avena di tanto tempo fa. Ci sono  invece campi desolati lasciati a maggese che si estendono a perdita d'occhio,  mucchi sparsi di paglia che simboleggiano il caos dei metodi dell' agricoltura  moderna e la confusione dell' animo dei contadini.
Soltanto il campo di ortofarmacia è ricoperto dal verde manto dei cereali invernali .
Questo campo non è mai stato arato o dissodato, non vi  sono stati immessi fertilizzanti o preparati chimici, né irrorati pesticidi o altre  sostanze chimiche.
Qui si mette in pratica ciò che chiamo l'agricoltura della  "non-azione".
Coltivare in questo modo è molto semplice.
Lascio i residui di coltivazione sul terreno e se ho a  disposizione dello sterco di galline, lo spargo sulla paglia. Dopo di che, formo  delle palline di argilla contenenti i semi e le spargo sopra la paglia prima  della fine dell' anno. Con i cereali che crescono e dopo aver piantato i semi di in un terreno arato. L'uomo non ha bisogno di arare e rimuovere il terreno,  perché i microrganismi e i piccoli animali agiscono come aratri naturali.
Impoverendo il suolo con aratri e fertilizzanti chimici, facendo marcire le radici mediante prolungate irrigazioni estive, gli agricoltori ottengono piante deboli, malate, che richiedono l'apporto nutritivo di fertilizzanti chimici e la protezione dei pesticidi. Le piante sane non hanno bisogno di aratri  o sostanze chimiche. E non occorre preparare concimi se sei mesi prima di seminare si coprono i campi di paglia.
II terreno si arricchisce da solo di anno in anno, senza che l'uomo debba muovere un dito; al contrario, i pesticidi danneggiano il suolo e creano problemi di inquinamento.
Nella cava “te Marcu Itu” in Via San Cesario c’è un boschetto di alberi ad alto fusto che è stato valorizzato dal WWF. Questi alberi non sono cresciuti con l'aiuto della scienza e neanche sono stati protetti in nome dell' ecologia. Scampati ai colpi d'ascia e custoditi dalle cave, sono cresciuti spontaneamente diventando alti e robusti.
Le "tagghiate te Marcu Itu" così come si presentavano quando erano coltivate

Propriamente dicendo, la natura non è mai viva o morta, né piccola o grande, debole o forte, fiacca o resistente. Sono solo coloro che credono esclusivamente nella scienza a definire un insetto come nocivo o predatore e ad affermare che la natura è un mondo violento di relatività e contraddizioni in cui il forte ha la meglio sul più debole. I concetti di giusto o sbagliato, di buono o cattivo sono estranei alla natura, sono solo frutto della mente umana. La natura ha conservato una perfetta armonia senza l'ausilio di tali nozioni e ha prodotto piante e alberi senza il "generoso" intervento umano.
Quel biosistema vivente e olistico che è la natura non può essere sezionato, scomposto in più parti. Una volta frazionato, muore; o piuttosto, coloro che studiano un frammento di natura, studiano qualcosa che è morto e, inconsapevoli del fatto che ciò che stanno esaminando ha cessato di essere ciò che loro ritengono sia, dichiarano di aver compreso la natura. L'uomo commette un grave errore quando raccoglie dati o trae conclusioni frammentarie da una natura morta e smembrata e afferma di "conoscere", "usare" o "conquistare" la natura. Ciò si dimostra completamente sbagliato, poiché l'uomo parte da concetti errati riguardo la natura e usa il metodo sbagliato per comprenderla, senza preoccuparsi di quanto sia troppo razionale il suo pensiero. Dobbiamo perciò renderei conto dell'insignificanza della conoscenza e delle azioni umane, e cominciare ad afferrare il loro senso di inutilità e di futilità.
Le "taghiate te Marcu Itu" così come si presentano oggi a 40 anni dal loro abbandono.

Seguiamo il lavoro della natura
Spesso parliamo di "produrre il cibo", ma i contadini non producono il cibo della vita. Soltanto la natura ha la capacità di creare qualcosa dal nulla e gli agricoltori possono esclusivamente farle da assistenti. L'agricoltura moderna è solo un'industria di trasformazione che impiega energia derivata dal petrolio sotto forma di fertilizzanti, pesticidi e macchinari per fabbricare prodotti alimentari sintetici che non sono altro che imitazioni scadenti del cibo naturale.
L'agricoltore oggi è diventato un mercenario della società industrializzata.
Egli cerca, senza successo, di arricchirsi coltivando con l'ausilio di sostanze chimiche, un'impresa che metterebbe a dura prova anche lo stesso Gesù Cristo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. L'agricoltura naturale, autentica e originale forma di coltivazione, rappresenta il metodo "senza metodo" della natura. Sebbene possa sembrare fragile e vulnerabile, è in realtà un metodo molto potente perché porta alla vittoria senza aver combattuto; è un metodo cristiano di coltivazione che si rivela molto fruttuoso senza danneggiare il terreno, le piante e gli insetti.
Quando cammino per le campagne incontro ragni, rane, locuste e sciami di libellule. Ogni volta che si verifica un'invasione di cicadidi, anche i ragni inevitabilmente si moltiplicano.
Non ha importanza che vi siano insetti nocivi. Finché sono presenti anche i loro nemici naturali, l'equilibrio della natura non viene compromesso.

L'agricoltura naturale è sempre attuale e realizzabile in ogni epoca perché si basa su criteri che scaturiscono da una fondamentale visione della natura che, sebbene antica, rimarrà nuova per sempre. Ovviamente un tale metodo di coltivazione naturale deve essere in grado di affrontare anche le critiche della scienza. II punto più importante è però se questa "filosofia verde" e questo metodo di coltivazione sono a loro volta in grado di criticare la scienza e di guidare l'uomo sulla strada che lo riporterà alla natura. 

Nessun commento:

Posta un commento