Multifunzionalita’
e Tutela del Paesaggio. La Multifunzionalità del Paesaggio nelle
Aree Rurali
Pasquale
Dal Sasso
Nel
corso degli ultimi decenni, l'urbanizzazione e l'intensificazione
agricola hanno enormemente cambiato il paesaggio culturale
tradizionale.
● Le
politiche agricole sono state guidate da programmi volti a promuovere
la produzione alimentare, e sembra che ci sia stata scarsa volontà
di cambiare il tradizionale approccio "produttivista"
agricolo.
● Solo
successivamente, nella maggior parte dei paesi europei, la
pianificazione delle aree rurali è stata anche indirizzata alla
tutela del paesaggio e dei terreni agricoli dallo sviluppo del
costruito.
● Anche
di fronte alla rapida evoluzione demografica ed alle nuove realtà
sociali, ambientali ed economiche, i quadri politici di tutto il
mondo continuano a sottolineare l'agricoltura come settore chiave
per le regioni rurali, comprese le aree marginali.
Il ruolo
della PAC, in questo senso, è quello di delineare le principali
caratteristiche del sistema di pianificazione agricola comunitario e
le sfide che lo stesso si propone di affrontare nelle aree rurali.
La
dimensione socio-economica della sostenibilità rurale è spesso
sentita quando sono in gioco attività di pianificazione e gestione
territoriale.
Un
compito molto importante per i pianificatori è sempre stato, ed è
ancora, quello di migliorare la situazione socio-economica della
popolazione rurale.
Nel
secolo scorso, infatti, la pianificazione rurale in molti paesi
nacque soprattutto dalla necessità di bonificare vaste porzioni di
territorio, di provvedere alla riorganizzazione fondiaria ed alla
ridistribuzione dei terreni agricoli (anche imponendo la
frammentazione della proprietà terriera), di
istituire
enti di riferimento ed incentivare la meccanizzazione agricola per
contribuire a migliorare la conduzione dei terreni agricoli e per
aumentarne la produzione, oltre che pianificare la nuova costruzione
di fabbricati agricoli e di borgate rurali.
”Norme
per la bonifica integrale" (Regio Decreto del 13 febbraio 1933
n. 215, noto come “legge Serpieri”) e Riforma fondiaria degli
anni ’50.
Le
evoluzioni nei metodi produttivi agricoli sono probabilmente ciò che
ha principalmente causato i cambiamenti drastici della campagna.
L'agricoltura,
a partire dal secondo dopoguerra, si sviluppò lungo le linee
dell'ampliamento di scala, dell'intensificazione, della
specializzazione e della meccanizzazione.
Molti e
diversi sono i fattori che hanno contribuito a questa linea di
sviluppo, e quelli socio-economici e tecnici non sono da ritenersi
secondari.
L'industrializzazione
dell'agricoltura ha portato, in generale, ad un cambiamento dei
paesaggi agricoli da un modello a piccola grana eterogenea verso
paesaggi più monotoni e monofunzionali.
Questa
situazione è il risultato di un'evoluzione che ha coinvolto il
paesaggio negli ultimi 150 anni.
Dopo una
iniziale riduzione, dai primi anni del ‘900 ad oggi si è assistito
ad una estensione della superficie boschiva a scapito di quella
agricola soprattutto nelle aree di montagna e collina. Oltre alla
perdita dei terreni coltivati, dal dopoguerra in poi altri fenomeni
hanno modificato il paesaggio rurale come la specializzazione delle
colture a pieno campo a scapito delle colture promiscue e
l'espansione della monocoltura. Ciò ha determinato tra le altre
cose, accorpamenti, eliminazione di
ostacoli
per la meccanizzazione (es. fossi ed alberi) e coltivazioni in zone
non vocate (es. pendii). In generale, quindi, si è assistito ad una
progressiva omogeneizzazione e semplificazione del paesaggio
considerando anche la perdita di alcuni caratteri tipici
dell'agricoltura quali per esempio la piantata oppure i maceri per la
produzione della canapa, o, ancora, le piantagioni del gelso.
Alcuni
dei consequenziali problemi sono noti:
Impatto
sui fattori antropici: perdita della vita sociale in campagna
(Friedmann, 1990) e dei suoi valori ricreativi (Philipsen e van der
Voet, 1991).
Impatto
su fattori percettivi: il carattere visivo del paesaggio è diventato
più uniforme: i contrasti tra i grandi spazi aperti e le piccole
aree chiuse (con terreni agricoli su piccola scala) sono scomparsi.
Non c'è
da stupirsi che tali sviluppi hanno portato a gravi problemi nel
mondo rurale, come abusi, eccessivo utilizzo, danni e perdite del
nostro sistema naturale.
Pur
avendo consapevolezza anche del valore ecologico-paesaggistico dei
contesti extra-urbani ed agricoli, solo in tempi relativamente
recenti questi ultimi sono stati oggetto di politiche più mirate,
che ne riconoscevano il ruolo storico ed identitario, oltre che
economico, ambientale e sociale.
Il
territorio rurale racchiude in se un insieme complesso di relazioni e
funzioni, e riveste una importanza fondamentale soprattutto se
considerato rispetto alla:
• sua
estensione (in Europa circa l’80% del territorio è di tipo
rurale);
• molteplici
attività che vi si svolgono;
• aspetti
ecologici ed ambientali.
Il nuovo
scenario di ruralità
• Innovazioni
concettuali della Convenzione Europea del Paesaggio (2000)
• Tutela
e valorizzazione dei paesaggi agrari, “dell’ordinarietà“ e
quotidianità del lavoro, costruiti e modellati dall’uomo
(Callioni, 2004; Borri, 2003).
• Necessità
di approcci partecipativi e del coinvolgimento attivo delle comunità
locali in tutto il processo pianificatorio.
• Superamento
dei vecchi modelli di sviluppo e nuove modalità di governo degli
spazi rurali europei (necessità di approcci integrati e strategici).
• Processo
decisionale da forme di government alle governance locali che
coinvolge, oltre ai governi ai diversi livelli, anche le forze di
mercato e la società civile (Calabrò et al, 2008; Fichera, 2007;
Marsden e Murdoch, 1998).
La
moderna idea di “ruralità”
•Nuovo
scenario disegnato da nuove aspettative sociali ed evoluzioni
politiche e disciplinari.
•Affermazione
del concetto di multifunzionalità del territorio agroforestale.
•Territorio
rurale oggi inteso non più come semplice sede della produzione
primaria, bensì come luogo della complessità, capace di erogare
servizi diversificati che coinvolgono anche la tutela dell'ambiente,
il mantenimento delle società rurali e la salvaguardia dei valori
culturali.
• Limiti
della tradizione urbanistica italiana.
• Questioni
della trasformazione edilizia contro approccio “territoriale”
• Vuoto
nella pianificazione delle aree rurali
• Marginalizzazione
produttiva e decadimento della qualità dell’ambiente
Il
concetto di multifunzionalità: origine ed evoluzione
• Libro
verde “Perspectives for the Common Agricultural Policy” (1985).
• “Environment
and Agriculture” e “The Future of Rural Society” (1988):
(Commission of the European Communities, 1988).
• Council
Regulation (EEC) No 1760/87; Council Regulation (EEC) No 1094/88
• Council
Regulation (EEC) No 2078/92
• Dichiarazione
di Cork (1996)
• Agenda
2000 (1997)
• Convenzione
di Rio ad Agenda 21, ed è ampiamente sviluppato nei lavori della FAO
e dell’OCSE
Il
termine “multifunzionalità” è ormai entrato nel linguaggio
comune di chi si occupa di
agricoltura
e sviluppo sostenibile del territorio rurale. Con esso ci si
riferisce alla capacità del
settore
primario di produrre beni e servizi secondari, di varia natura,
congiuntamente alla
produzione
di alimenti per l’uomo e gli animali (Henke, 1999).
Esso
esprime il passaggio da una percezione meramente produttiva
dell’agricoltura ad una
concezione
più ampia, che associa al settore agricolo funzioni ambientali,
sociali e culturali
(non-commodity
outputs), oltre che economiche (commodity outputs).
La
multifunzionalità nell’UE
• Il
ruolo multifunzionale dell’agricoltura come proprietà fondamentale
del “modello di agricoltura europeo” (Henke et al, 2008).
• La
promozione della multifunzionalità agricola è divenuta, infatti, da
diversi anni, il criterio guida delle politiche comunitarie per il
conseguimento degli obiettivi di competitività e sostenibilità dei
sistemi agroforestali (Morgan et al, 2010; Renting et al, 2009;
Willemen et al, 2008).
• La
politica agricola comune (PAC) ha cercato di incentivare l’ampio
spettro di funzioni secondarie dell’agricoltura attraverso gli
strumenti ricadenti sia nel primo che nel secondo pilastro (Henke et
al, 2008).
La
multifunzionalità e la diversificazione in agricoltura sono gli
strumenti che possono contribuire al miglioramento sia del valore
economico dei prodotti agricoli che della qualità ecologica e
percettiva del territorio e del paesaggio.
Il
paesaggio, di per sé, è composto da sistemi dinamici, e l’uso del
territorio è soggetto a continui cambiamenti.
In
Germania, in particolare, la "multifunzionalità del paesaggio"
è diventata una parola chiave per la nuova politica agricola.
Le
analisi delle molteplici funzioni del paesaggio e dei vari usi del
suolo, nell’ambito dello stesso sistema territoriale, sono alla
base di ogni pianificazione orientata alla sostenibilità e
competitività dei sistemi agroforestali ed alla realizzazione di
decisioni consapevoli (Morgan et al., 2010; Willemen et al., 2008).
Le varie
discipline e professioni, che si interessano di paesaggio,
definiscono la multifunzionalità in modi diversi corrispondenti alle
molteplici definizioni di paesaggio ed ai vari obiettivi correlati
allo studio dello stesso.
Nell’affrontare
lo studio della multifunzionalità del paesaggio, si propone di
distinguere tra funzionalità ecologica degli ecosistemi
paesaggistici (approccio ecosistemico-naturalistico), funzionalità
legata alle scelte di uso del suolo (approccio ecologico-umano) e la
funzionalità sociale (approccio percettivo).
In
generale, vi è uno stretto collegamento tra l'eterogeneità di un
paesaggio e la sua funzionalità. Ciò è vero non solo nel caso
della descrizione delle funzioni ecologiche del paesaggio, ma anche
per la funzionalità di pertinenza dell’uso umano del paesaggio,
ossia per le scelte inerenti l'uso del suolo.
Il
concetto base (desunto dalle teorie dell’ecologia del paesaggio)
dell’integrazione contro la segregazione tenta di ripristinare i
molteplici rapporti fra i vari usi del suolo nelle campagne: questi
ultimi (come ad esempio l'agricoltura, attività ricreative
all'aperto, infrastrutture, traffico, ecc.) devono essere progettati
e sviluppati in modo tale che la base ecologia del territorio rurale
sia mantenuta in equilibrio.
Un
aspetto negativo della multifunzionalità si potrebbe evidenziare
quando essa, soprattutto nei paesi sviluppati, è generata dalla
tendenza dell'urbanizzazione di assegnare alle aree rurali una ampia
varietà di funzioni prettamente urbane, ossia quando si verifica una
eccessiva inversione di tendenza dalla moderna concentrazione della
popolazione nelle aree urbane verso una tipologia di insediamento
diffuso in ambiente rurale (Brandt, 2001).
Nelle
aree caratterizzate da una agricoltura intensiva, una corretta
pianificazione è una sfida da sviluppare in modo che, allo stesso
tempo, si possano raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, pur
mantenendo elevato il reddito agricolo.
L’esperienza
di alcuni paesi industriali (Norvegia e Giappone) ha evidenziato che
il carattere eterogeneo dei loro paesaggi agricoli sono prodotti
dall’agricoltura stessa, e il modo migliore per sostenere un
paesaggio eterogeneo adatto ad un uso multifunzionale è quello di
garantire
il
sostegno economico per la produzione agricola.
Essi
hanno affermato che il loro sistema agricolo di per sé è
multifunzionale ed i sussidi legati alla produzione devono
comprendere anche il pagamento di servizi funzionali alla gestione
del paesaggio, per esempio attraverso la promozione della
conservazione della biodiversità, delle
bellezze
paesaggistiche e delle comunità rurali sostenibili (Brandt, 2003).
Gli
incentivi diretti a massimizzare la produzione di prodotti agricoli
sono stati sostituiti con il progressivo sostegno al reddito delle
aziende agricole più piccole.
Parallelamente,
a partire dalla riforma di Agenda 2000 (1997) è nata lentamente
come secondo pilastro' della PAC una nuova politica a sostegno della
competitività dello sviluppo rurale, della gestione del territorio
ambientale, della diversificazione delle economie rurali, del
miglioramento della qualità della vita rurale e dello sviluppo delle
aree rurali marginali (CEC, 2006. EU Strategic Guidelines for Rural
Development under the EAFRD).
Se in
passato il paesaggio era il prodotto indiretto dell'attività
agricola, ora è considerato come un obiettivo diretto da
raggiungere. Infatti, tra i numerosi effetti esterni positivi
dell'attività agricola, un ruolo di primo piano spetta alla
conservazione e alla realizzazione di paesaggi agrari gradevoli sul
piano estetico, maggiormente diversificati dal punto di vista
ecologico e in grado di conservare
testimonianze
storico-culturali del passato.
Problematiche
Le
politiche agricole europee devono essere applicate dai paesi membri e
quindi questi devono individuare forme che possano favorire il
raggiungimento dell’obiettivo dello sviluppo rurale sostenibile.
Per
evitare dicotomie e conflitti nella fase applicativa delle misure per
la multifunzionalità si rende necessaria un’integrazione tra la
pianificazione territoriale e le politiche agricole affinché possa
esservi coerenza tra gli incentivi finanziari “condizionati” e le
discipline paesaggistiche di uso del territorio.
Gli
interventi volti all’applicazione della multifunzionalità vanno
resi obbligatori in specifiche aree (vedi PPTR) in moda da
“obbligare” a rinaturalizzare porzioni di terreni coltivabili, di
migliorare la biodiversità, ecc…, sulla base degli incentivi della
PAC e dei singoli PSR altrimenti si potrà correre il rischio che
l’operatore agricolo non avendo interesse diretto e immediato non
attui le politiche comunitarie volte alla realizzazione della
multifunzionalità nelle aree agricole.
La
multifunzionalità nel PPTR
• Scenario
strategico del PPTR, articolato in 5 progetti territoriali di
rilevanza strategica.
• “Il
Patto città-campagna” evidenzia la centralità di tale concetto:
l’agricoltura viene chiamata ad assolvere a compiti "non solo
di produzione di qualità alimentare, ma di produzione di
salvaguardia idrogeologica, di miglioramento della qualità
ambientale e paesaggistica, di produzione energetica, di attivazione
di sistemi economici a base locale". Tra le principali finalità
del "Patto città-campagna" emerge inoltre il sostegno
"della multifunzionalità agricola e dei suoi servizi
agro-urbani e agro-ambientali" (Regione Puglia, 2010).
• Tra
le iniziative progettuali è prevista la realizzazione di “Parchi
Agricoli Multifunzionali”.
I
Parchi Agricoli Multifunzionali:
• Territori
agro-urbani o agro-ambientali che alle attività agricole associano
le esternalità dell’agricoltura multifunzionale.
• Parchi
agricoli di valorizzazione (es. Paduli)
• Parchi
agricoli di riqualificazione (es. periferie metropolitane di Bari,
Brindisi e Lecce)
• Nel
PPTR la trattazione della multifunzionalità si configura come
presupposto per attivare strategie di governance integrata.
• Il
Piano, infatti, persegue obiettivi di efficacia attraverso la
capacità di interagire con altri piani e programmi che, direttamente
e indirettamente, producono trasformazioni nel paesaggio,concorrendo
alla realizzazione delle sue strategie.
• Interazioni
con il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia (PSR).
• Sinergie
e rafforzamento tra politiche rurali e politiche di settore (rischio
idrogeologico e conservazione della riserva idrica, energie
rinnovabili, ecc.) .
Multifunzionalità
e pianificazione locale
• Linee
guida regionali per la redazione dei piani urbanistici comunali,
parte integrante del Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG).
• Nel
documento “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei
Piani Urbanistici Generali (PUG)”, il DRAG riserva una specifica
attenzione alle problematiche metodologico-procedurali riguardanti la
pianificazione degli spazi agroforestali.
• Analisi
approfondita delle “risorse rurali” che “si caratterizzano per
la necessità di integrare e rendere coerenti politiche mirate a
salvaguardare il valore naturale, ambientale, paesaggistico del
territorio con politiche volte a garantire lo sviluppo di attività
agricole/produttive sostenibili” (Regione Puglia, 2007).
• Elaborazione
dei quadri interpretativi: articolazione del territorio agroforestale
in “contesti rurali”.
• Contesti
rurali:
1.
contesti rurali periurbani;
2.
contesti rurali multifunzionali;
3.
contesti rurali marginali;
4.
contesti rurali a prevalente funzione agricola;
- contesti rurali a prevalente valore ambientale e paesaggistico.
• Elaborazione
di proposte di intervento.
• Obiettivi
progettuali:
-
salvaguardia e valorizzazione del paesaggio rurale, attraverso la
promozione di “un’agricoltura sostenibile e multifunzionale”;
-
sviluppo del sistema economico-produttivo aziendale;
-
valorizzazione della funzione dello spazio rurale di riequilibrio
ambientale e di mitigazione degli impatti degli insediamenti;
-
promozione della permanenza delle attività agricole e mantenimento
di una comunità rurale vitale;
-
tutela, promozione e recupero del patrimonio rurale
storico-architettonico esistente.
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