In agricoltura è fondamentale creare le condizioni per
limitare al massimo la presenza e lo sviluppo di organismi dannosi e favorire
la capacità e resistenza della pianta. Per alcuni parassiti è importante
applicare la tecnica del monitoraggio per valutare l'effettiva presenza e
pericolosità del fitofago.
Per la mosca delle olive (Bactrocera oleae Gmelin,
1790) si mette in atto una tecnica di monitoraggio che utilizza le trappole. Le
trappole più efficaci si sono dimostrate quelle di colore giallo. Quelle
colorate ed innescate con feromone, mostrano un’efficacia maggiore, tendono a
sopravvalutare la presenza dell'insetto. Le trappole, vanno collocate a metà chioma e pulite
settimanalmente. Catture settimanali di 3-5 femmine per trappola con uova
mature possono essere un segnale per l'agricoltore che in questo caso può
utilizzare il metodo delle esche avvelenate.
Per la tignola (Prays oleae Bernard, 1788) il
monitoraggio viene effettuato con trappole attivate con feromoni sessuali che
vanno ispezionate settimanalmente per il rilievo dei maschi catturati.
La registrazione dei dati consente di ottenere
l’andamento dei voli.
Inoltre è importante la diagnosi per ottenere la quale
si mettono in atto delle tecniche.
Per la diagnosi dell’attacco di Mosca delle olive si
effettua il campionamento mediante la raccolta casuale di 100 drupe (in ragione
di 5-10 frutti prelevati da 10-20 piante su 100 rappresentative dell’oliveto)
che vanno esaminate singolarmente per il calcolo dell’infestazione attiva.
Per la diagnosi dell’attacco di Tignola
si effettua il campionamento prelevando casualmente 100 olivine ed osservandole
accuratamente per rilevare l’eventuale infestazione (uova e larve).
Per la diagnosi dell’attacco di Occhio di pavone Spilocaea
oleaginea (Castagne) S. Hughes, 1953 (sin. Cycloconium oleaginum) che è un
fungo si effettua la diagnosi precoce immergendo per 2-3 minuti un campione di
100 foglie in una soluzione di idrato sodico o potassico al 5%, alla
temperatura di 50-60° C (20° C per foglie giovani). Le infezioni latenti si
evidenziano come piccole macchie scure.
Ma quali sono i fattori naturali che di fatto
controllano la Mosca dell’olivo? Intanto con temperature estive superiori a 36
°C si ha una mortalità di uova e larve di I età anche del 90% e si riducono i
voli degli adulti nell'oliveto. Ma con le nostre scelte agronomiche possiamo
controllare la mosca dell’olivo.
Un mezzo a disposizione degli olivicoltori per
contrastare la mosca delle olive consiste nella raccolta anticipata dei frutti.
Infatti, generalmente un anticipo di raccolta consente di sfuggire allo
sviluppo delle generazioni di mosca più dannose che si verificano ad inizio
autunno ecco perché le varietà più precoci sono meno attaccate. Le varietà Ogliarola
leccese e Cellina di Nardò essendo a drupa piccola sono più resistenti alla
mosca perché in generale, frutti di maggiori dimensioni, tipici delle varietà
da tavola, risultano maggiormente attrattivi nei confronti delle femmine di B.
oleae rispetto ai frutti più piccoli delle varietà da olio.
E’ importante ridurre i volumi irrigui quando si
registra un incremento delle catture; adottare forme di allevamento basse come
il più volte richiamato Sistema di allevamento a VASO POLICONICO che
consentendo la raccolta completa limitano il proseguimento di ulteriori generazioni del fitofago.
La mosca dell’olivo ha dei nemici naturali che
sono Opius concolor, Eupelmus urozonus,
Pnigalio agraules. Inoltre la presenza di queste piante riduce gli attacchi di
mosca: Acacia spinosa, Inula,, Giuggiolo, Legno-puzzo, Quercia, Agrumi, Melo.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano
la Tignola dell'olivo? La temperatura minima necessaria agli adulti per
essere attivi è di 12-13°C, a tali
valori il numero di uova deposte è minimo, mentre temperature superiori
a 27-28 °C causano mortalità di uova della generazione
carpofaga. Lo sviluppo delle larve è condizionato dalle temperature minime, la
mortalità invernale delle larve fillofaghe aumenta con l'aumentare del numero
di giorni con temperatura minima uguale o minore di zero. Con umidità inferiore
al 60% diminuisce la percentuale di schiusura
delle uova
Le nostre scelte agronomiche possono controllare la tignola
dell’olivo. Mettendo a dimora nell’oliveto alcune piante di varietà a drupa
grossa suscettibili facendole svolgere la funzione di esca svolgere funzione di esca.
Inoltre i nemici naturali della tignola dell’olivo
sono Chelonus eleaphilus, Ageneaspis fuscicollis e, disponibile sul mercato, Bacillus
thuringiensis. La presenza di queste piante limita l’attacco di tignola dell’olivo:
Cappero e Ginestrella.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano
la Cocciniglia nera dell'olivo (Saissetia oleae Olivier, 1791)? Le basse
temperature invernali determinano elevata mortalità sia delle uova che delle
neanidi di prima-seconda-terza età. Le alte temperature estive determinano
mortalità delle neanidi di prima età.
Le nostre scelte agronomiche possono controllare la Cocciniglia
nera dell'olivo. Possiamo farlo con la potatura che riduce l'ombreggiamento e
l'umidità relativa nelle parti interne della chioma. Ciò va ad influire
negativamente sullo sviluppo della cocciniglia. La potatura permette di
asportare parti di piante attaccate. L’altra scelta agronomica è quella di limitare
le concimazioni azotate e i sovesci. Nel Salento i sesti d'impianto ampi favoriscono
una buona illuminazione e aereazione. Bisogna moderare gli interventi irrigui .
E’ molto consigliata la consociazione con le piante di fico che tante volte
vediamo negli oliveti. I nemici naturali della Cocciniglia nera dell'olivo sono:
Chilocorus bipustulatus, Exochomus quadripustulatus, Scutellista cyanea,
Moranila californica
Eublemma scitula.
Coccophagus spp, Diversinervus spp, Metaphycus in
particolare il M. swirskii, il M. bartletti,
il M. helvolus e il M. lounburyi.
Tra i funghi abbiamo il Cephalosporium lecanii e
specie del genere Isaria.
Le piante utili: Cardo, Carlina, Calcatreppola, Mirto,
Lentisco, Fico.
Le nostre scelte agronomiche possono controllare il
rodilegno giallo, o falena leopardo (Zeuzera pyrina (Linnaeus, 1761)) che è un
lepidottero appartenente alla famiglia Cossidae, diffuso in Europa. Un accurata
potatura dell'olivo limita gli attacchi e permette di asportare i rami
danneggiati dall'insetto. L'irrigazione rende le piante più suscettibili agli attacchi. Le cultivar
di olive da mensa sono più suscettibili rispetto a quelle da olio. I nemici naturali del rodilegno sono: Uccelli,
Apanteles sp., Microdus conspicuus, Pristomerus vulnerator, Rhaphitelus
maculatus, Verticillium lecanii, Beauveria bassiana.
Oziorrinco (Otiorhynchus Germar, 1822) che è un genere
di coleotteri curculionidi comprendente oltre 1500 specie, note con il nome
comune di oziorinchi hanno nemici naturali: Forficula sp. Nematodi
entomopatogeni, Bauveria.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano
la tignola verde dell'olivo, Palpita unionalis, o margaronia che è una piccola
farfalla appartenente all'ordine dei lepidotteri? Le basse
temperature 9-10°C rappresentano un ostacolo allo sviluppo dell'insetto. Ha i
seguenti nemici naturali: Ragni, Ditteri, Sirfidi, Neurotteri crisopidi,
Apanteles xanthostigmus, Nemorilla maculosa.
Quali sono i fattori naturali che di fatto controllano
l’Occhio di Pavone (Spilocea oleagina)? Le temperature superiori a 25°C o
inferiori a 5-10°C rappresentano un limite per l'avvio delle infezioni. Elevata umidità e le piogge favoriscono
l'attività del patogeno.
Le nostre scelte agronomiche possono controllare l’Occhio
di Pavone basta eseguire ogni anno la potatura per evitare il formarsi di
chiome dense e favorire i ristagni di umidità. Evitare l'irrigazione per
aspersione sovrachioma e i sesti d'impianto troppo stretti che favoriscono i
ristagni di umidità.
Poi c’è la la Fumaggine, o Nerume, dell’olivo che è
una malattia causata da diversi funghi che si sviluppano nutrendosi della
"melata", cioè la secrezione zuccherina emessa dalle cocciniglie
eventualmente presenti sulla pianta. Questi funghi si sviluppano in particolar
modo sulle foglie, andando a imbrattarle e ricoprirle di una sottile patina
nerastra, chiamata appunto "fumaggine". La pianta colpita da
fumaggine va incontro a deperimento e indebolimento. Per prevenire lo sviluppo
di fumaggine si consiglia come prima cosa di controllare ed eliminare
l’eventuale presenza di cocciniglie sulla pianta.
Il clima estivo caldo e secco rallenta l'attività dei
funghi, mentre il clima autunnale caldo umido favorisce lo sviluppo.
La rogna dell'olivo è determinata da un batterio:
Pseudomonas savastanoi pv savastanoi. Le alte temperature sfavoriscono le
infezioni, mentre le basse temperature provocando microferite favoriscono il
batterio.
La pioggia e l'umidità
facilitano il propagarsi della rogna.
La potatura permette di eliminare i rametti attaccati
e quindi allontanare l'inoculo.
Evitare la raccolta tramite la bacchiatura che
provocano ferite sui rami.
Infine le buone pratiche agricole per il controllo
diretto dei parassiti e delle malattie fungine e batteriche dell’olivo
E’ consigliabile utilizzare i mezzi
tecnici per il controllo diretto solo se necessario, in particolare per i
prodotti a base di rame.
Mosca delle olive: Esche avvelenate
con piretro naturale o con rotenone contro gli adulti. Polisolfuro di calcio,
zolfo, poltiglia bordolese, oli essenziali rendono meno ricettivo o repellente
la drupa per le ovideposizioni.
Tignola dell'olivo: Bacillus
thuringiensis
Cocciniglia nera dell'olivo: Olio
bianco
Oziorrinco: barriere protettive
Margaronia: Bacillus thuringiensis
Occhio di Pavone: Derivati rameici
Fumaggine: Prodotti rameici, Sapone
molle di potassio.
Rogna: Derivati rameici
Nessun commento:
Posta un commento