Non concordo con le preoccupazioni di alcuni colleghi sulla
Varietà di Olivo Leccino. E’ da decenni che l’olivo di varietà leccino viene
coltivato nel Salento ed è sicuramente fonte di alto reddito a patto che le
tecniche colturali adottate siano adeguate alle caratteristiche di questa
varietà. Il Leccino è una varietà introdotta da decenni nel Salento leccese con successo uno per tutti il case historie dell'Azienda condotta e
dal collega Marcello Cursano che a Santa Cesarea Terme ha intrapreso in
olivicoltura mettendo a coltura oliveti di varietà leccino e vendendo a prezzo altissimo un olio
che si caratterizza per un gusto delicato che trova grande riscontro di mercato
decretando il successo di quell’azienda (http://www.agrodolcesalento.it/index.php?page=azienda-agricola-toscano
)
Ma se chiamiamo in soccorso la storia scopriamo che è solo
nel 769 dopo Cristo che è giunta la cellina di Nardò ad opera dei Saraceni che la
introdussero nel Salento leccese per motivi a noi ignoti.
Nel Salento leccese le tecniche colturali dell’olivo erano basate
sui precetti che Lucio Giunio Columella, il grande scrittore latino di
agronomia, che dettava già nel I secolo d.C.: arare l'ulivo per chiedere il
frutto, concimare per ottenerlo, potare per forzarlo.
Nel primo secolo dopo Cristo si trattava di arature
superficiali e di concimazioni organiche (letame maturo e sovescio di
leguminose).
La Chiarita o Ogliarola, che è l'Olea Iapygia di Plinio, e la
Cellina di Nardò, anticamente detta Sarginesca perché introdotta dai Saraceni, erano
coltivate nella terra rossa di Ostuni producendo già in epoca angioina un
rinomato olio "claro et mundo", di alta qualità, che nel '500 il
vescovo locale inviava come prestigioso, e graditissimo, dono per le nozze di
Bona Sforza. (Ambrogio MAGGIO, ULIVO - Olea Europaea Sativa http://www.deliziedipuglia.biz/ulivo.htm
)
Dal punto di vista storico sono stati i Saraceni ad
occuparsi intensamente dell’olivicoltura in terra salentina, secondo quanto
attestato da Bonaventura da Lama, il quale, nel 1724, fa riferimento ai fatti
avvenuti tra il 769 ed il 963, un arco temporale in cui l’area oggi denominata
Salento venne popolata da boschi di ulivi; si devono ai Saraceni anche
l’introduzione del torchio per la produzione di olio e la coltivazione della
varietà Cellina. (Alessandra Miccoli, La coltivazione dell’ulivo tra passato e
presente 14 dicembre 2009 https://culturasalentina.wordpress.com/2009/12/14/la-coltivazione-dell’ulivo-e-della-vite-tra-passato-e-presente/
)
In conclusione dalle evidenze degli oliveti di varietà di
leccino coltivati nel Salento leccese ho osservato che tale varietà è coltivata
con successo. L’olio che si ricava dalle olive di varietà
leccino è molto apprezzato dai consumatori tanto da spuntare prezzi altissimi
nella vendita al dettaglio. Vi è da rilevare che un oliveto di varietà leccino
richiede l’applicazione di particolari tecniche colturali per ottenere
produzioni che garantiscano un reddito adeguato. Per i motivi esposti non vedo
ragioni che impediscono di promuovere l’espansione di tale coltivazione laddove
esistano le condizioni acchè ciò avvenga.
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