giovedì 7 gennaio 2016

Notizie agricole Salento 7 gennaio 2016

AGRARIA NEL SALENTO: PUNTIAMO SU TURISMO RURALE E CIBO.
(Il mio intervento su La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi, giovedi 7 gennaio 2015, che segue all'intervista del Rettore Zara dell'altro ieri.)
" Il Curc ha invitato la nostra Università a riconsiderare i corsi di studio di nuova istituzione nell’ambito delle scienze agroalimentari e delle scienze motorie, anche al fine di potenziare le sinergie con gli altri Atenei pugliesi. In linea di principio questo discorso è accettabile, perché bisogna sempre ragionare in un’ottica di sistema e mai spingere per i particolarismi locali. Dall’altro lato, però, dobbiamo considerare i numeri degli immatricolati pugliesi a questi corsi di studio (in particolare delle province di Lecce, Brindisi e Taranto) che si recano fuori regione e che quindi perdiamo comunque, indipendentemente dall’esistenza degli stessi corsi di studio a Bari e a Foggia. I dati ricavati dall’Osservatorio Studenti Didattica del Cineca (Consorzio interuniversitario per il calcolo automatico, ndr) indicano che circa il 70% degli immatricolati (ma anche degli iscritti) residenti in provincia di Lecce a un corso di studio in scienze agrarie va fuori regione, mentre nel caso degli immatricolati (e iscritti) residenti nelle province di Brindisi e Taranto siamo intorno al 40-45%. Sono dati che fanno riflettere perché siamo al di sopra della percentuale media di perdita di immatricolati (35%) registrata in Puglia. In valori assoluti, dalle tre province perdiamo ogni anno circa 100 nuovi immatricolati in scienze agrarie”.
Ho voluto riportare integralmente questo passo importante dell'intervista rilasciata ieri alla Gazzetta del Mezzogiorno dal magnifico Rettore Vincenzo Zara, non solo perchè lo condivido in pieno, ma perchè dà una seria risposta a coloro i quali ritengono che il nuovo corso di laurea in scienze agroalimentari programmato dall'università del Salento, non avrebbe neanche un numero sufficiente di studenti tali da poterlo giustificare.
Finalmente, ragioniamo sulla base di numeri certi, che confermano la giustezza di quella mobilitazione straordinaria a sostegno dell'attivazione del nuovo corso di laura portata avanti per mesi e mesi nel corso 2014; una mobilitazione che coinvolse esponenti della cultura, dell'arte e della scienza, istituti scolastici, ordini professionali organizzazioni imprenditoriali e sindacali, enti locali e di singoli imprenditori del settore agroalimentare, come Cantina due Palme, l'azienda Al Bano Carrisi, Specchiasol e altre ancora. In seguito a questi pronunciamenti favorevoli, il consiglio regionale passato, approvava, unanimemente, un ordine del giorno in favore dell'istituzione della Facoltà di Agraria, impegnando inoltre la giunta regionale a concorrere con un adeguato finanziamento sulle spese necessarie all'attivazione del corso di laurea. Si tratta ora di sollecitare l'assessore alla formazione, Sebastiano Leo e il presidente Michele Emiliano, perchè diano attuazione a quell'ordine del giorno e, nel contempo, intervengano sul Curc perchè modifichi il parere espresso.
Ha ragione, inoltre, il Rettore quando sollecita tutti a tornare a definire con maggiore precisione il profilo del corso di laurea in ragione delle peculiarità della filiera agroalimentare-enogastronomica-turistica salentina, evitando di riprodurre profili di studio che sono già presenti prima di tutto nelle facoltà di Bari e Foggia, ma anche in altre facoltà del Mezzogiorno. Insomma, si tratta di definire un profilo di studi che dovrà avere l'obiettivo di formare laureati con competenze tecniche e gestionali in imprese orientate fortemente al mercato, specie a quello internazionale, con spiccate competenze nell'ambito delle numerose attività legate alla enogastronomia: dal turismo enogastronomico alla comunicazione, all'internazionalizzazione delle medesime imprese che operano nel territorio del Grande Salento.
Ecco il lavoro da fare subito, fornendo al Rettore indicazioni utili al riguardo, lasciando da parte quelle spinte che sembrerebbero più tese a stabilire diversità e primogeniture, che non a dare un apporto concreto allo sforzo che tutti insieme dobbiamo fare.
Gigi Pedone, della Claai Puglia.






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