Ripristinare il contenuto di sostanza organica del 2% nei terreni degli oliveti del Salento
di Antonio Bruno
Tutte le piante hanno le radici e queste servono a trarre il
nutrimento dal terreno che per questo motivo deve essere fertile.
Ma come tutte le cose anche la terra (il suolo) deve essere
rigenerato e questo deve essere fatto per conservare la fertilità. Nella terra
vanno a finire tutti gli organismi quando muoiono e le loro deiezioni, i loro
escrementi. Tutto questo viene definito sostanza organica.
Per l’assenza di apporti naturali oggi c’è la necessità di
portare la sostanza organica al terreno. Notiamo tutti che oggi il ciclo della
sostanza organica riassunto dalla frase “Eri polvere e polvere ritornerai”
(Genesi 3, 19) è sbilanciato verso la POLVERE (mineralizzazione).
Circa la presenza della sostanza organica nel terreno è
necessario comprendere che è divenuto necessario qualunque apporto di
mitigazione dello squilibrio, che oggi è a favore della mineralizzazione, al
fine di raggiungere gradualmente la parità tra apporti e perdite.
Scorrendo i dati
presenti nello studio per la valorizzazione energetica di bio - masse agro
-forestali della Regione Puglia, la Provincia di Lecce è caratterizzata dalla
disponibilità annua di 20.312 tonnellate all’anno di sostanza secca proveniente
dalle colture erbacee e 58.755 tonnellate all’anno di sostanza secca
proveniente dalle colture arboree e per questo si producono residui agricoli
nella quantità media di 28, 7 tonnellate anno per chilometro quadrato.
Che fine fanno questi residui agricoli?
Si può leggere nella relazione di presentazione di una
proposta di Legge Regionale del compianto consigliere regionale di Melendugno
Dott. Vittorio Potì:
“Nel periodo autunnale
è invalsa l’abitudine negli oliveti della Regione di ripulire le aree
sottostanti gli alberi di olivo dalle foglie caduche ammucchiatesi, al fine di
predisporle utilmente per la raccolta del frutto. La negatività dell’operazione
sorge allorché dette foglie vengono accese e bruciate a bassa temperatura. A
parte la pericolosità per possibili incendi si verifica, circostanza più
allarmante, il diffondersi di intensi fumi maleodoranti e inquinanti per il
fatto che detto fogliame contiene residui di sostanze utilizzate per la
concimazione fogliare, per antiparassitari e per il diserbo, quest’ultime
assorbite attraverso il contatto con il terreno. I fumi investono i centri
abitati e, con la calma di vento, stabiliscono una cappa che rende l’area
irrespirabile. Frequenti sono le lagnanze della collettività giustamente
preoccupata per la propria salute cui è difficile dare riscontro per l’assenza
di un specifica legge in materia.”
La proposta di legge puoi leggerla qui: http://www5.consiglio.puglia.it/Giss8/8SagArchivio.nsf/(InLinea)/proposta-296A-VIII/$File/proposta-296A-VIII.doc?OpenElement.
Ora seppure si condivide la norma proposta e riguardante le
sole foglie di olivo non si comprende perché la stessa non debba essere estesa
alla combustione di tutti i residui colturali sia di piante erbacee che legnose
che per lo più oggi fanno la stessa fine delle foglie di olivo, ovvero sono
tutte bruciate in campagna.
Per poter CAPIRE QUALI SONO I PERICOLI DELLA COMBUSTIONE DEI
RESIDUI DELLA PRATICA AGRICOLA è necessario conoscere i processi di formazione
degli inquinanti, infatti questi si generano nella fase d'incenerimento dei
residui di vegetazione con processi diversi, che richiedono condizioni di
reazione diverse e spesso in contrasto tra loro.
Gli inquinanti che sono stati presi in esame sono:
• Ossidi di azoto;
• Ossidi di zolfo;
• HCl;
• Polveri;
• Metalli pesanti.
Detto ciò è consequenziale la proposta di proibire la
COMBUSTIONE DEI RESIDUI DELLA PRATICA AGRICOLA NEGLI OLIVETI e di suggerire di
utilizzare gli stessi per mantenere nei sistemi agrari il delicato equilibrio
tra accumulo e consumo della sostanza organica, indispensabile per non
compromettere le condizioni di fertilità dei terreni. Specificamente la
sostanza organica potrà essere sottoposta all’azione di una trinciatrice
polivalente adatta a trinciare dai residui vegetali fino a quelli legnosi.
Finita tale azione si provvederà ad interrare la sostanza organica al terreno.
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