Si parte subito con le
buone pratiche, per impedire ai vettori giovani di diventare adulti e propagare
l'infezione.
(chi farà
queste buone pratiche?)
Mi riferisco
alle arature per abbassare la popolazione di neanidi di Philaenus spumarius
sempre che l’unico vettore sia questo insetto. Ma anche in tale ipotesi chi
farà le pratiche colturali essendo la maggior parte degli oliveti del Salento
leccese di estensione piccole e piccolissime e di proprietà di vecchietti il
più giovane dei quali ha 75 anni? I vecchietti che già hanno già difficoltà a
trovare persone che raccolgano le olive.
Per quanto
attiene le strade Anas quest’ultima provvederà. Ma chi provvederà per le strade
provinciali che sono già tutte piene di rifiuti che la Provincia non rimuove
poiché non ha risorse che si farà?
E per le
strade comunali chi ci penserà? e con quali risorse?
Per i 500 -
600 chilometri di reticolo idrografico (canali di bonifica) con assenza di
risorse economiche chi provvederà?
E per i 1500
chilometri di fasce demaniali che sono la rete idrica degli impianti di
irrigazione (Arif, Arneo E Ugento) chi provvederà e con quali risorse
finanziarie?
In un secondo momento,
invece, si utilizzeranno gli insetticidi per uccidere i vettori adulti.
(chi userà
gli insetticidi?)
Stessa difficoltà
sia nei piccoli appezzamenti condotti da 75enni che per strade, canali e
impianti di irrigazione chi provvederà a fare i trattamenti con gli insetticidi
e con quali risorse?
Il Prof. Nardone ha
sottolineato che la priorità della Regione è il contrasto al batterio.
Per contrasto
ritengo che intenda il contenimento con la riduzione della superficie fogliare
infetta sia degli olivi che delle altre piante ospiti.
Acquisito che
ci saranno i tecnici che faranno il monitoraggio per sapere quali e quanti
piante ospiti infette ci sono nel Salento leccese bisogna fare il monitoraggio
alle seguenti specie ospiti (scrivo di milioni di vegetali non so se nell’ordine
di decine di milioni o centinaia di milioni):
Acacia
saligna (Labill.) Wendl. - acacia Asparagus acutifolius L. (asintomatico) -
asparago selvativo
Catharanthus
Cistus creticus L.
Dodonaea viscosa Jacq. Euphorbia terracina L. (asintomatico)
Grevillea
juniperina L.
Laurus
nobilis L. - alloro
Lavandula
angustifolia Mill. - lavanda
Myrtus communis L. - mirto Myoporum insulare R. Br. (asintomatico)
Nerium
oleander L. - oleandro
Olea europaea
L. - olivo
Polygala myrtifolia
L. - poligala
Prunus avium
(L.) L. - ciliegio
Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb - mandorlo Rhamnus
alaternus L. (asintomatico)
Rosmarinus
officinalis L. - rosmarino
Spartium
junceum L.
Vinca
(asintomatico)
Westringia
fruticosa (Willd.) - ginestra Westringia glabra L. (asintomatico) - ginestra
Chi farà le
capitozzature a queste specie ospiti? E con quali risorse?
Intanto i centinaia
di migliaia proprietari di piccoli appezzamenti dovranno essere messi in grado
di riconoscere queste specie vegetali e, soprattutto, dovranno monitorare tutte
queste specie censendole su GIS attraverso le coordinate. Parto sempre in
considerazione del fatto che il più giovane dei proprietari ha 75 anni.
E chi farà le
capitozzature nelle superfici demaniali (statali, regionali, provinciali e
comunali)?
«Dobbiamo continuare a
indagare per trovare il sistema capace di far convivere l'olivicoltura con il
batterio. Per questo non lasceremo nulla di intentato».
L’olivicoltura
intesa come attività imprenditoriale ha necessità di essere formata da piante
sane e produttive in grado di dare reddito. L’unica via, a mio sommesso parere,
è quella di trovare popolazioni di olivo tolleranti o resistenti. Tutto il
resto darebbe luogo a olivi che, seppur in vita, avrebbero una produttività
ridotta e quindi non idonei a una olivicoltura da reddito.
Per quanto
riguarda la tutela degli olivi monumentali a scopo paesaggistico e/o ambientale
chi si accolla le spese per la conduzione sempre che i proprietari intendano
farsene carico?
Forse si sta
pensando di acquisire tutto al demanio pubblico?
E se è così,
con quali risorse? E sempre se è così con quali spese per l’erario regionale
per la conduzione annuale?
Oggi ho sentito in
streaming che il prof. Nardone ha indicato tre temi importanti su cui lavorare:
Valutazione ambientale
strategica (Vas),
Ha un costo e
soprattutto per quali misure si intende fare questa Vas, per gli insetticidi?
E se è così,
qual è la speranza che la Vas dia esito positivo? Mi sembra davvero molto
improbabile che tale strumento di progettazione partecipata possa mai approvare
la parte relativa alla lotta chimica con gli insetticidi su una superficie così
estesa e con una contemporaneità di intervento.
Studi giuridici
multidisciplinari per capire come intervenire, anche coercitivamente, in alcune
aree;
Anche qui,
stabilito il come si ha idea di quali risorse servano? Secondo me saranno
ingentissime e non sostenibili, ma potrei anche sbagliarmi.
analisi costi/benefici
rapportata agli interventi previsti, soprattutto per sostenere monitoraggio e
ricerca.
Io fossi nel decisore farei per prima
cosa l’analisi costi benefici che sempre a mio modesto avviso sarà la
dimostrazione che tali Misure sono costosissime per dare benefici risibili. In
sintesi meglio non fare nulla di quanto previsto in tali misure e destinare le
risorse a due ricerche scientifiche:
1. Varietà
resistenti o tolleranti di olivo
2. scoprire
qual è la malattia dell’ecosistema
Salento con Scienziati che conoscono la teoria dei sistemi e della Complessità
Questa è la
mia opinione di dottore agronomo terra terra. Spero serva a qualcuno. Mi
piacerebbe che chi si è avventurato si qui nella lettura scrivesse la sua
opinione.
Ancora Grazie
per l’attenzione.
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