Sul mio profilo Facebook si è sviluppata una discussione sul
disseccamento e sulle mie osservazioni del giorno 15 marzo 2016 alle ore 18.00 di olivi disseccati sulle vie di
comunicazione San Donato strada provinciale 367 – Strada Statale 101 nei pressi della Masseria
Ristoppia non so se in agro di Lequile o San Donato di Lecce per cui l’unica
ipotesi che spiega ciò che è accaduto è quella del batterio trasmesso da un insetto
vettore .
In fondo a questo post le foto che ho fatto ieri.
Ha scritto questo interessante intervento
Americo Pepe
https://www.facebook.com/americo.pepe?fref=ufi
lo riporto per contribuire alla discussione in
atto in questo momento nella nostra Regione e non solo.
Ecco l’intervento:
Questa discussione che sembrava interessante alla fine mi ha
lasciato un po’ deluso, i dubbi son rimasti tutti irrisolti; si è ancora una
volta abusato del termine scienza, finora abbiamo, di scientifico, solo una
pubblicazione su un rivista che riguarda l' unicità del ceppo, provata in
maniera ritenuta valida da quella comunità con quindici riscontri; sul resto
non abbiamo ancora alcuna prova, solo molte analogie e probabilità; giustamente
tutti si preoccupano del batterio, ma lo studio non può risolversi in analisi
di batterio si batterio no;
Dove il batterio non si è trovato, ma ci sono i sintomi del
disseccamento, quale è la causa?
E tale causa è comune a tutti gli alberi?
Codiro è un acronimo non una malattia
Una fitopatia, come una epidemia deve avere una radice
comune, quale è?
Non sono un semplicista o un negazionista, non sottovalutò
il problema e sono molto preoccupato; allo stesso tempo ritengo ogni singolo
albero di ulivo una parte dell'ecosistema nel quale vive e, più che dalla
malattia, sono spaventato dalla cura proposta che, come noto, mira al
contenimento e al rallentamento della diffusione.
Non mi piace proprio l'idea di sconvolgere, o semplicemente
turbare un ecosistema, avendo come prospettiva l'allungamento dell'agonia.
Se devo scegliere, preferisco perdere uno, dieci, cento
alberi in modo naturale e non perderli ugualmente dopo dieci anni distruggendo
tutto ciò che sta intorno.
Sarò pure un pazzo, ma questa è la strada che, in assenza di
prospettive diverse, intendo seguire.
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