La prevenzione attraverso le buone pratiche agricole nelle
aree non ancora colpiteda Xylella fastidiosa
Lunedì 18 agosto, ore 19- Piazza della Libertà,
Castiglioned’Otranto
Finora si è discusso a lungo e in maniera controversa di
come affrontare il “complesso del disseccamento rapido dell’olivo” nella zona
del Gallipolino, dove il batterio Xylella fastidiosa è stato riscontrato ad
ottobre. È stato tracciato una sorta di confine immaginario, che nei fatti non
esiste più, tagliando a metà la provincia di Lecce: da un lato, sul versante
ionico, la zona rossa e quella tampone; dall’altro, la zona indenne. Peccato,
però, che al di là di quella linea, nell’arco adriatico, nel frattempo non sia
stato fatto nulla per incentivare la prevenzione attraverso le buone pratiche
agricole.
Lunedì 18 agosto, a partire dalle ore 19, si discuterà
proprio di questo a Castiglione d’Otranto, in piazza della Libertà. Tra gli
interventi, si registreranno quelli di Roberto Gennaio, tecnico della tutela
ambientale; Gianluigi Cesari, agronomo ed esperto di oliviticoltura
sostenibile; Antonio Bruno, presidente dell’associazione dei dottori in agraria
della provincia di Lecce. Racconterà la sperimentazione naturale portata avanti
a Parabita Ivano Gioffreda, membro dell’associazione Spazi Popolari.
L’incontro servirà a dare a contadini e proprietari di
oliveti delle aree ufficialmente ancora indenni le informazioni necessarie per
tornare sui campi e prendersi cura dei propri alberi, per preparare i terreni
nel miglior modo possibile. Senza chimica. È la parola d’ordine per
l’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, che ha organizzato il
confronto. È da Castiglione, d’altronde, che un anno fa è partita la petizione
provinciale contro l’uso di pesticidi
(http://www.petizionepubblica.it/PeticaoVer.aspx?pi=P2013N41219), raccolta
firme che è al suo sprint finale in vista della Notte Verde del prossimo 31
agosto. I tanti consensi raccolti per il no all’utilizzodi fitofarmaci
impongono di pensare, laddove possibile, ad una strada diversaper affrontare l’emergenza
del complesso del disseccamento rapido, soprattutto in chiave di prevenzione in
tutta l’area non ancora colpita. Si ricorda che laPuglia è la quarta regione
d’Italia per l’abuso di chimica in agricoltura. Nonsono stati adottati finora
regolamenti stringenti per limitarne l’impiego, com’è stato fatto, ad esempio,
in Trentino. Si continuano a sottovalutare in maniera inspiegabile gli alti
rischi per l’ambiente, come l’inquinamento delle falde acquifere, e quelli per
la salute, sebbene studi scientifici inoppugnabili documentino la stretta
correlazione con l’insorgenza del morbo di Parkinson, di patologie tumorali e
l’incidenza sul dna dei feti (per un riscontro immediato, basta leggere la
rivista della Lilt Lecce, numeri di giugno 2013
http://www.legatumorilecce.org/Riviste/Rivista82.pdf
«Non abbiamo la pretesa di spiegare scientificamente cos’è
il “Codiro”, visto che la questione è ancora controversa tra gli stessi
esperti. Non abbiamo cure magiche da proporre né le cerchiamo. Non ci interessa
incunearci in un dibattito aspro da tifoserie. Il nostro obiettivo – dicono gli
attivisti di Casa delle Agriculture – è invogliare i salentini a tornare nelle
proprie campagne e prendersi cura del loro patrimonio olivicolo prima che sia
troppo tardi. Crediamo che moltissimo tempo si stia perdendo nel non informare
adeguatamente gli agricoltori dell’arco adriatico. È a loro che l’incontro è
rivolto. Si attende l’arrivo del patogeno guardando dalla finestra, fermi: le
stesse linee guida regionali rimangono nel cassetto, i contadini non sanno come
si fa prevenzione. Lunedì parleremo delle arature e dell’arieggiamento dei
terreni; del controllo delle infestanti e delle cicaline con metodi
ecosostenibili; delle potature periodiche attraverso cui poter eliminare parti
di pianta disseccate; della protezione delle ferite da taglio e l’utilizzo di
attrezzi disinfettati; della concimazione che, al fine di migliorare la
struttura del terreno, va fatta sostituendo i concimi chimici con quelli a
composizione organica. Questi temi principali sono finora stati relegati a
dettaglio. Chiediamo alle amministrazioni comunali di uscire dai palazzi e dare
informazioni; invitiamo le altre associazioni attive sul versante adriatico di
prendere per mano gli agricoltori in questa fase delicatissima, perché dallo
tsunami in arrivo non cisi faccia totalmente travolgere. E perché i rimedi non
siano peggiori del danno. Abbiamo l’obbligo di provarci».
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