Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
lunedì 4 agosto 2014
Contro il batterio Psa (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) una strategia ecocompatibile dall'Università della Tuscia
Giorgio Balestra, ricercatore e coordinatore del gruppo di ricerca
dell’ateneo da circa 20 anni si occupa della batteriosi del kiwi ha realizzato un farmaco per debellare il batterio Psa (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) che ha
provocato una pandemia internazionale e 60 milioni di danni nel 2010
solo nel basso Lazio. Si tratta di una strategia ecocompatibile ben più sicura delle "miscele
miracolose" non meglio definite (né controllate) che continuamente
vengono proposte ai produttori di kiwi e più sana degli antibiotici
sperimentati in Nuova Zelanda (vietati in agricoltura in tutta l’Unione
Europea). «Possono essere anche controproducenti perchè c'è un elevato
rischio di trasferire la resistenza agli antibiotici ai batteri presenti
nei frutteti, patogeni e non» dice Balestra. La sperimentazione nel
Lazio, portata avanti con la piena collaborazione dei produttori, è
durata oltre due anni si è sviluppato prima in laboratorio e poi in
pieno campo coinvolgendo anche gli studenti dell'università. «Prima
abbiamo studiato l’antagonista naturale in laboratorio dove si è
dimostrato efficace a inibire il batterio killer Psa. Poi abbiamo
testato il nostro preparato (chiamato Amylo X) in pieno campo e,
partendo dalla fioritura, abbiamo avuto delle ottime risposte in termini
di riduzione delle malattia» dice Balestra che non nasconde la
soddisfazione. «Si tratta del primo agrofarmaco registrato in Europa.
Lavoriamo per aiutare l’intera filiera e siamo convinti che, con le
pratiche giuste e trattamenti fitosanitari mirati, nel breve periodo si
possa convivere con questo "cancro" e, infine, a neutralizzarlo».
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