Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
venerdì 15 agosto 2014
Lunedì 18 agosto ore 19.00 Piazza della Libertà a Castiglione
Tiziana Colluto Io credo che moltissimo tempo si sta perdendo nelle aree ancora ritenute indenni, nel non promuovere le buone pratiche agricole a tamburo battente. Tutto l'arco adriatico è in attesa dello tsunami, guarda dalla finestra e non si muove. L'incontro del 18 servirà a questo. Non abbiamo la pretesa scientifica di spiegare xylella, non spetta a noi. Sappiamo però che ci sono linee guida tenute nel cassetto, terreni che continuano a rimanere incolti e il tempo per evitare, almeno su quest'altra sponda del salento, di dover arrivare al punto di non ritorno, infestando di pesticidi le nostre campagne. Chi non ha interesse o chi aspetta maghi può starsene a casa. Ai contadini delle aree ancora non contagiate l'ass. Casa delle Agriculture Tullia e Gino chiede di esserci. Perché di chimica ci siamo già ammalati e dalle nostre parti probabilmente si è ancora in tempo per prevenire il più possibile.
Antonio Venneri Signori non dimenticate che decine di ettari colpiti in agro di Gallipoli erano coltivati con il sistema della non coltura totale. Mi spiego meglio. Diserbo per dodici mesi l'anno per anni, assenza di rimonda per anni, di controllo della zeuzera pyrina e del cancro del legno mediante la slupatura.. Rimonda da legna fatta due anni fà in periodo non consono senza disinfezione dei tagli. In queste condizioni qualsiasi pianta viene esposta ad attacchi parassitari. Perchè nessuno parla di utilizzare le eventuali somme disponibili per coltivare con le buone pratiche agronomiche l'oliveto . L'olivo fino a trenta anni fà non veniva trattato chimicamente alla chioma. Veniva effettuata una concimazione ad anni alterni con la calciocianamide che fungeva anche da disinfettante. Pratiche tutte abbandonate sopratutto per gli alti costi e la non remunerazione del lavoro e del capitale impegato. OGGI MOLTI PARLANO SENZA ESSERE MAI STAI IN UN OLIVETO E NON CONOSCENDONE LE PROBLEMATICHE E LE TECNICHE DI COLTIVAZIONE CHE LI HANNO FATTI VIVERE PER MILLENNI SENZA PROBLEMI. CHIEDETE AI VECCHI CONTADINI E GLI ULIVI SI SALVERANNO. NESSUNO NOTA CHE ALLA BASE DEGLI ALBERI SECCHI CI SONO I CAVADDRI?
Ivano Gioffreda Salve a tutti, mi scuso con chi in questi giorni ho avuto voce grossa. Sappiate che, in questo periodo sono molto stressato. Spero che gli amici comprendano il mio stato.
Gianluigi Cesari Lunedi avvieremo una nuova fase di questa vicenda. Le difficolta aguzzano sempre l'ingegno.
Antonio Bruno Vi aspettiamo
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