giovedì 21 agosto 2014

[......] la mia visione del paesaggio: un sistema vivente.





Conferire la dignità della vita al paesaggio significa riconoscerne la qualità di sistema complesso adattivo e, quindi, le caratteristiche di coevoluzione, di comportamenti emergenti, d’interattività tra le sue parti, l’ambiente circostante e l’uomo.
Conferire la dignità della vita al paesaggio significa porsi in consonanza con Ludwig von Bertalanffy (1901-1972) – biologo austriaco, fondatore della Teoria Generale dei Sistemi – e con quanti hanno contribuito al superamento del riduzionismo come, per citarne alcuni, il chimico Ilya Prigogine, il fisico Murray Gell-Mann e il filosofo-sociologo Edgar Morin. Conosciamo tutti i grandi meriti del riduzionismo nel progresso delle conoscenze; ma, proprio perché la scienza deriva da un processo sistematico di acquisizione delle conoscenze mirato a giungere a una descrizione sempre più dettagliata della realtà fattuale, il superamento con metodo scientifico dell’acquisito ne è parte integrante.
Tullio Regge, il grande fisico-matematico italiano, ha scritto in proposito: “La portata di una scoperta scientifica non si misura dai risultati raggiunti bensì dai problemi nuovi che essa apre in un processo evolutivo che pare non aver fine”.

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