Conferire la dignità della vita al paesaggio significa riconoscerne
la qualità di sistema complesso adattivo e, quindi, le caratteristiche di
coevoluzione, di comportamenti emergenti, d’interattività tra le sue parti,
l’ambiente circostante e l’uomo.
Conferire la dignità della vita al paesaggio significa porsi
in consonanza con Ludwig von Bertalanffy (1901-1972) – biologo austriaco,
fondatore della Teoria Generale dei Sistemi – e con quanti hanno contribuito al
superamento del riduzionismo come, per citarne alcuni, il chimico Ilya Prigogine,
il fisico Murray Gell-Mann e il filosofo-sociologo Edgar Morin. Conosciamo tutti
i grandi meriti del riduzionismo nel progresso delle conoscenze; ma, proprio
perché la scienza deriva da un processo sistematico di acquisizione delle
conoscenze mirato a giungere a una descrizione sempre più dettagliata della
realtà fattuale, il superamento con metodo scientifico dell’acquisito ne è
parte integrante.
Tullio Regge, il grande fisico-matematico italiano, ha scritto
in proposito: “La portata di una scoperta scientifica non si misura dai risultati
raggiunti bensì dai problemi nuovi che essa apre in un processo evolutivo che
pare non aver fine”.
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