mercoledì 2 dicembre 2009

ARCHEOAGRONOMIA Gli avvicendamenti colturali in terra d’Otranto dal 1861 al 1902


ARCHEOAGRONOMIA
Gli avvicendamenti colturali in terra d’Otranto dal 1861 al 1902
ricerca a cura di Antonio Bruno*



Si legge nel PIANO DI SVILUPPO RURALE 2000-2006 ALLEGATO 2 NORME PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA circa gli Avvicendamenti colturali:
La pratica dell’avvicendamento tra colture erbacee è un elemento centrale nell’ambito dell’ordinamento produttivo dell’azienda che segue la buona pratica agricola. Gli effetti legati a questa pratica agronomica permettono di conservare un adeguato livello di fertilità dei terreni, di limitare lo sviluppo di pericolose fisiopatie, di contenere l’erosione dei terreni.

Sulla base di questa affermazione la buona pratica agricola ammette una monosuccessione per non più di 2 anni solo per i cereali. Non potranno invece succedere a se stesse le seguenti colture: bietola, aglio, asparago, carota, carciofo, cardo, cetriolo, cocomero, melone, zucca, cavolfiore, insalate, erba medica, trifogli, fagiolo, pomodoro, ecc. Sulla base di questo principio, il tipo di avvicendamento sarà stabilito a seconda delle caratteristiche aziendali, alternando sullo stesso terreno piante depauperanti (frumento, orzo, avena) con colture miglioratrici (prati di graminacee, prati di leguminose, leguminose) o da rinnovo (bietola, patata, pomodoro, fava, fagiolo).

Ciò che oggi è accettato in maniera pacifica da tutti gli agricoltori, risultava nascosto agli ignari contadini del 1902, anno in cui il Cav. Prof. Ferdinando Vallese scriveva dell’Avvicendamento Agrario, nome che si dava allora alla pratica che oggi chiamiamo universalmente avvicendamento colturale.
L’agricoltura salentina, che pure assorbiva la maggior parte dei capitali e della popolazione attiva, la produttività del suolo e del lavoro era nettamente inferiore ai paesi dell’Europa nord-occidentale. Calcoli seppur sommari indicano che nel 1861 la rendita per ettaro giungeva, in Italia, a malapena a 80 lire contro le 170, in media, della Francia e le 213 dell’Inghilterra (merito della rivoluzione agricola basata sulla rotazione quadriennale) mentre la produzione di frumento per la stessa unità di superficie si aggirava sui 9 ettolitri, contro i 15 d’oltralpe e i 32 della Gran Bretagna (Castronovo, 1975).
In questo contesto va inquadrato l’intervento del Cav. Prof. Ferdinando Vallese che segue nel primo anno di pubblicazione di Agricoltura Salentina.
AVVICENDAMENTO AGRARIO
di Ferdinando VALLESE*
Osservando le piante erbacce spontanee che si sviluppano su di un terreno, facile accorgersi che, quelle appartenenti ad una data famiglia botanica, vanno di anno in anno lentamente scomparendo, per dar posto a piante di altre famiglie; in modo che, ad esempio, dove oggi dominano le leguminose, dopo un certo numero di anni troveremo abbondanti le graminacee o viceversa.
Questo fenomeno è conosciuto col nome di avvicendamento o rotazione naturale per distinguerlo da quello artificiale od agrario e lo si ha quando sullo stesso terreno si fanno succedere piante coltivate diverse.
Gli antichi cercarono di spiegare i vantaggi dell'avvicendamento coll' ammettere che tra le piante esistessero simpatie ed antipatie, che la terra si stancasse a dar nutrimento sempre allo stesse piante o che queste lasciassero nel suolo speciali sostanze escrementizie le quali fossero venefiche per le coltivazioni seguenti.
Oggi però le conoscenze sulla composizione dal terreno e sulla nutrizione dei vegetali ci mettono nella condizione di spiegare esattamente le cause dell'avvicendamento delle piante e di trarne agrariamente il massimo profitto.
La principale fra codeste cause è l'impoverimento del terreno di certi principi fertilizzanti di pronta assimilazione per alcune piante, che ostacola il normale sviluppo delle medesime, mentre permette, entro certi limiti, lo sviluppo di altre piante che sono dotate di esigenze nutritive differenti dalle prime. In modo che, come abbiamo già notato, mentre un terreno è esaurito o quasi di un nutrimento adatto per le leguminose, può esser provveduto d'altra parte di nutrimento utile per lo graminacee, ond'è che in tal caso noi vediamo intristire le prime e vegetare vigorosamente le seconde.
Da ciò si desume che se si volesse continuare a coltivare sullo stesso terreno la stessa pianta, o bisognerebbe sospendere la coltivazione per il tempo necessario perché gli elementi nutritivi inassimilabili passassero allo stato di assimilabilità, oppure bisognerebbe restituire al terreno stesso, sotto forma di concime quella fertilità che la pianta ripetutamente avvicendata vi ha sottratta.
Ma l'avvicendamento delle piante trova anche la ragione nella necessità di mantenere il terreno in buone condizioni fisiche. Così, se si coltivasse, ad esempio, sempre frumento, il terrene perderebbe a paco a poco la sua soffìcità, specialmente negli strati più profondi l’aria e l'acqua vi circolerebbero con maggiore difficoltà, creando così un ambiente improprio alla funziono dello radici della pianta. Inoltre il terreno verrebbe infestato da erbacce, ciò che non avrebbe se il terreno fosso coltivato intercalarmente, cioè avvicendato con una pianta che richiedesse terreno dissodato profondamente o lavori colturali frequenti durante il suo ciclo vegetativo.
Nell' adottare un avvicendamento, non importa quale, si deve tener conto:
1. Che le piante che si succedono non abbiano radice di eguale profondità. affinché mentre le primo esauriscono, supponiamo, lo strato profondo del terreno, lo seconde si avvalgono del nutri-mento che si trova negli strati superficiali.
2. Che una pianta riceva ricca concimazione, affinché la seconda o lo seguenti approfittino dello sostanze nutritivo non usufruite dalla prima.
3. Che le piante in avvicendamento richiedano terreno preparato a profondità differenti e lavori culturali più o meno frequenti, allo scopo di mantenere sempre propizie le condizioni fisiche del suolo e distruggere le erbacce che pullulano alla sua superficie.
4. Che le piante da avvicendarsi servano alcune per foraggio, pel mantenimento del bestiame dell'azienda, ed altre per prodotto da consumarsi fuori.
Premesse queste brevissime considerazioni, esaminiamo gli avvicendamenti che dominano nella Provincia di Terra d'Otranto. Uno dei più usati, specialmente nel circondario di Gallipoli, è il seguente:
1° anno Frumento
2° Orzo
3° Avena
4° Riposo con pascolo.
Codesto tipo di avvicendamento, costituito dal succedersi di tre cereali, siano pure di specie differenti, e da un anno di riposo non risponde a quasi nessuna. delle condizioni che abbiamo precedentemente notate e che dovrebbero servir di norma nell'adottare un avvicendamento agrario. Infatti, colla successione di tre cereali, il terreno si estenua grandemente, si rassoda, si popola di erbacce, mentre non viene a guadagnare gran che col riposo, perchè al coperto o quasi dell'azione benefica degli agenti atmosferici. Meglio sarebbe in tal caso sostituire il maggese nudo al pascolo, perché con tale sostituzione, pur venendo a perdere il meschino prodotto del pascolo, il terreno migliorerebbe in modo sensibile, sia per il contatto degli agenti atmosferici collo strato superficiale lavorato e smosso, sia per la distruzione dello erbacce.
Molto più vantaggioso, sebbene anche imperfetto, è l'avvicendamento che si usa in alcune località dei circondari di Brindisi e di Taranto.
Tale avvicendamento si apre con una pianta da rinnuovo a coltura sarchiata, che ordinariamente è la fava (favale), preparando il terreno coll'aratro locale, col lavoro di zappa (scatèna) o, come abbiamo visto che si è incominciato molto vantaggiosamente a fare, con ottimi aratri Rud Sack, a Torre S. Susanna, Manduria, ecc.
La fava si concima qualche volta con letame mal preparato e mai in quantità, neppur lontanamente sufficiente. Alla fava succede un frumento vernino, a questo un frumento marzuolo (treminia) e l’avvicendamento è chiuso dall'avena.
Anche in questo tipo di avvicendamento abbiamo una successione triennale di cereali, i quali non possono non sfruttare esageratamente il terreno, mentrechè la mancanza assoluta di foraggio distrugge senza dubbio il beneficio assai limitato apportato dal favale.

Da quanto si è detto, risulta. evidente la necessità di modificare l' avvicendamento agrario, in modo che, da un più razionale succedersi delle piante erbacee e dall'uso di appropriato concimazioni, si possa restituire al terreno la fertilità, perduta, se vogliamo migliorare le condizioni agricole locali, rialzare la produttività generale delle nostre colture o specialmente la media produzione frumentaria.
In seguito a tali considerazioni, è sorta in noi spontanea l'idea di studiare una modificazione all'avvicendamento locale, senza scostarci troppo da quello in uso e subordinatamente allo condizioni di terreno e di clima di questa regione.
La Banca popolare cooperativa. di Torre S. Susanna ci ha posto nella condiziono di attuare l'idea nostra, mettendo a disposizione della Cattedra due ettari di terreno, per istituirvi un campo sperimentale sull'avvicendamento da noi proposto, che è il seguente
1° anno Fava concimata con concimi chimici
2° Frumento con sulla seminata in primavera
3° Sulla concimata in copertura
4° Orzo o avena.

Cadeste tipo di avvicendamento si discosta sta da quello innanzi descritto sol perché al terzo anno si sostituisce la coltura di un cereale quello della Sulla, la quale si semina nell’anno precedente sul frumento, in primavera prima dell’esecuzione della sarchiatura.
Tale sostituzione è tutt'altro che svantaggiosa perché mentre la sulla nel primo anno di seminagione (secondo nell’avvicendamento) costituisce un buon pascolo, od anche un buon prodotto in foraggio quando si falciasse unitamente alle stoppie dopo la mietitura del frumento, nell’anno seguente un buon taglio in primavera, che può essere consumato fresco o meglio fienificato. E l’aumento della produzione foraggiere non un lusso in una regione nella quale il bestiame è andato sensibilmente diminuendo, dopo la destinazione a vigna dei migliori pascoli, e dove lamentasi per conseguenza la mancanza di letame.
E qualora poi si vedesse la necessità, o meglio la convenienza, di allargare la produzione foraggiera – come forse non inopportuna, dove il mediocre fieno si vende anche a 12 lire il quintale, si potrebbe facilmente, collo stesso avvicendamento, facendo stare la sulla sul terreno qualche anno di più, come nel seguente esempio:
1° anno Fava
2° Frumento con sulla
3° Sulla
4° Sulla
5° Sulla
6° Orzo o avena.
Ma prescindendo da tali considerazioni, lo quali hanno non di meno la loro grande importanza, non bisogna dimenticare che collo avvicendamento proposto, o già in via di esperimento, un altro grande vantaggio si consegue ed è quello allo la coltivazione dei cereali è sempre preceduta da una coltivazione di leguminose, in modochè una certa quantità di azoto viene ad accumularsi nel terreno, mentrechè questo rimane anche migliorato fisicamente dal feltro delle radici della sulla, le quali, approfondendovisi e diramandovisi in tutte le direzioni, costituiscono quasi una delicatissima fognatura naturale che lo rende più permeabile all'aria ed all'acqua e facilita anche lo approfondirsi delle radici degli stessi cereali.

Una dello obbiezioni, che potrebbe avere qualche carattere di gravità è la seguente: la sulla si presterà a dare buoni prodotti nei nostri terreni e nel nostro clima?
Riserbandoci d'intrattenerci pii. dettagliatamente sulla coltivazione di questa luminosa, diciamo intanto, qui, che la sulla è la Pianta classica da foraggio delle regioni calde e secche, vegeta bene
in terreni anche eccessivamente compatti o non sempre ben lavorati o costituisce perciò la ricchezza dello terre ove non sarebbe possibile la coltivazione dell'erba medica, del trifoglio pratense, ecc. In Sicilia, infatti, in Calabria e da qualche tempo anche nell' Italia Centrale, specialmente nelle Marche, negli Abruzzi e nelle Romagna ò diventata il foraggio più coltivato nei peggiori terreni dai quali si ricavano prodotti prima non sperati.
Porche non dovrebbe venir bene nei buoni terreni argillosi, che pur non mancano in questa provincia, specialmente nei circondari di Brindisi o di Taranto?
E dove la sulla, che predilige i terreni prevalentemente compatti, non venisse bene, specie nei terreni più sciolti e calcari, chi può dire che non possa essere vantaggiosamente sostituita dalla lupinella.

I risultati sperimentali ci daranno la risposta, che noi prevediamo favorevole; essendochè tanto la sulla quanto la lupinella sono state già qua e là coltivate come curiosità nella Provincia di Terra d'Otranto.
F. Vallese


*Chi era il Cav. Prof. Ferdinando Vallese?

….Sempre nell’ambito dell’istruzione tecnica, fin dagli anni precedenti l’unificazione nazionale, si erano susseguiti dei tentativi per organizzare una struttura scolastica in grado di elevare le competenze degli operatori agricoli.
Ma, nonostante il coinvolgimento di validi docenti, come il naturalista Giuseppe Costa, i risultati ottenuti erano stati ampliamente deludenti; questo almeno fino all’inaugurazione nel 1881 della Scuola Pratica di Agricoltura, istituto che soppianto la precedente Casa Colonica e la Scuola – Podere, ed oggi intitolato a Giovanni Presta. Allogata all’ex Villa Marrese del fondo Panareo, nell’area extraurbana denominata La Cupa, la scuola doveva promuovere nuove pratiche colturali, formando degli allievi con mentalità più aperta alle innovazioni che il sapere scientifico stimolava. SDotto la guida del titolare di scienze fisiche e naturali, Ferdinando Vallese, subentrato al precedente incaricato Gaetano Lazzari, gli studenti affrontavano i corsi di botanica, zoologia, fisica e chimica, maturando una nuova coscienza dei fenomeni naturali responsabili dell’economia agricola e zootecnica. ……
(Pagina 13 Arcangelo Rossi Livio Ruggero Collezioni Scientifiche a Lecce memorie dimenticare di un intesa stagione culturale)
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

dott. Agr. Antonio BRUNO
Esperto in Diagnostica Urbana e Territoriale
Via Vittorio Emanuele III, n° 160
73016 SAN CESARIO DI LECCE
TEL 0832200708
Cell. 3398853904
-->


-->

Nessun commento:

Posta un commento