mercoledì 2 dicembre 2009

"STESSA SPIAGGIA STESSO MARE? NO, SE C’È L’EROSIONE"


"STESSA SPIAGGIA STESSO MARE? NO, SE C’È L’EROSIONE"
C’è il rischio che le belle spiagge del Salento vengano completamente erose dal mare?
di Antonio Bruno *


C’è il rischio che le belle spiagge del Salento vengano completamente erose dal mare? Se andiamo a vedere la situazione studiata dal Prof. Paolo Sansò dell’Università di Lecce http://spiaggesalento.unile.it/ veniamo a conoscenza che il perimetro costiero del Salento Leccese è caratterizzato da numerose pocket beaches (una spiaggia “alveolare” tipica di piccole unità fisiografiche naturali delimitate da punte rocciose) e da poche spiagge estese più di 2 km. Inoltre, sempre nello studio del Prof. Paolo Sansò paolo.sanso@unile.itsi può leggere che il perimetro costiero leccese risulta costituito per la maggior parte da costa rocciosa (156 km; 73%), prevalentemente piana (88 Km; 41%), e subordinatamente convessa (54,5 Km; 23%); poco diffusa è la costa rocciosa a falesia (14 Km; 7%). Le spiagge invece, rappresentano poco più di ¼ della lunghezza totale del litorale (58,5Km; 27%).Nello studio del prof Paolo Sansò si legge che, le spiagge del Salento leccese di lunghezza superiore a 2 km presentano larghezza media variabile da 36 m di Alimini a circa 17 m di S.Cataldo; le pendenze percentuali sono comprese tra 9.4 (Punta Prosciutto) e 1.4 (S. Cataldo). I 2/3 delle spiagge considerate si presentano in erosione, almeno a tratti (Casalabate, S. Cataldo, Alimini, T. Lapillo, Gallipoli, T.S. Giovanni, T. Pali); risultano invece prive di vistosi effetti di arretramento le spiagge di S. Foca, T. dell’Orso e Punta Prosciutto.Inoltre sempre nello stesso studio veniamo a conoscenza che le spiagge dello jonio sono diverse da quelle dell’adriatico vi sono differenze tessiturali e composizionali che dipendono essenzialmente dalla diversa provenienza dei sedimenti di spiaggia. Le spiagge adriatiche sono, infatti, alimentate in maniera predominante dai materiali trasportati dal F. Ofanto, ridistribuiti verso sud-est dalla deriva litoranea, e, subordinatamente, dai detriti provenienti dall’arretramento delle falesie. I sedimenti delle spiagge joniche, invece, sono costituiti essenzialmente da litoclasti e bioclasti. I primi derivano dall’erosione delle coste rocciose, i secondi dalla frammentazione di esoscheletri di molluschi marini. La presenza di basse percentuali di minerali pesanti è connessa con l’affioramento di alcuni livelli volcanoclastici in corrispondenza di falesie in vistoso arretramento.In questa situazione la Provincia di Lecce nell’ambito del 2° forum dell’Ambiente in collaborazione con EMYS http://www.emysambiente.it/ che è un’associazione senza scopo di lucro costituita nel 2002 che promuove, elabora e realizza iniziative, servizi, progetti ed attività di ricerca nel campo della formazione, informazione, educazione ambientale, aggiornamento culturale e professionale del personale della scuola pubblica e privata, dei cittadini e dei lavoratori in direzione di uno sviluppo durevole e sostenibile nell’auditorium del Museo “S. Castromediano” sito in Viale Gallipoli, 28 a Lecce il seminario “La salvaguardia del Sistema Costiero salentino”.Si sono esposti i dati circa la valutazione del rischio costiero e si è precisato che allo stato non vi è una conoscenza condivisa e omogenea sulle coste. La conoscenza è importante ma la conoscenza circa la salvaguardia delle coste deve essere utilizzabile, quindi il dato va “certificato”ovvero va spiegato in che modo viene utilizzato. Inoltre sarebbe opportuno che i dati raccolti con fondi pubblici siano a disposizione della comunità scientifica e della popolazione rendendoli scaricabili da internet.I dati sull’erosione delle coste in Italia sono disomogenei e non certificati. Nella giornata seminariale ad altissimo livello si è anche parlato di resilienza http://it.wikipedia.org/wiki/Resilienza ovvero la capacità della costa di adattarsi rispetto allo stress esterno proveniente dalla comunità, si è parlato di indice di hazard inteso come tempo di perdita della spiaggia attuale. Negli studi si pè detto che si parte sempre da zero perché nessuno conosce le altre xcose fatte né le prende in considerazione e si è suggerito di intraprendere nuovi percorsi finalizzati alla comunicazione della comunità scientifica.Io mi permetto di suggerire che il problema potrebbe essere risolto obbligando la pubblicazione su internet di ciò che si è ottenuto chiunque utilizzi denaro pubblico per studi e ricerche. In questo modo si risolverebbe anche il problema della percezione in maniera da espandere la conoscenza del mondo fisico e scegliere le tecniche ingegneristiche di intervento.La Provincia di Lecce ha fatto un bando nel 2005 per creare un sistema di monitoraggio delle coste del Salento Leccese. E stato realizzato dalla Spacedat Srl http://www.spacedat.com/ il progetto Simon Costa che ha avuto come risultato finale la posssiblità per le amministrazioni comunali di avere indicazioni pratiche su come intervenire e in che modo intervenire oltre che i costi dell’intervento.Il tutto sviluppato in ambiente software libero Open source http://it.wikipedia.org/wiki/Open_source che è mirabilmente spiegato http://it.youtube.com/watch?v=uo0DuzXfkjE&eurl=http://dicorinto.it/ fruibile da tutti con Web Gis.Lo studio così come da quello che ho ascoltato è un valido strumento per far fronte all’impoegno richiesto dall’Unione Europea per il 2010 della realizzazione di un piano di gestione integrato delle coste. Tale Piano è collegato al Piano Paesaggistico e sarebbe auspicabile che desse vita a un Piano integrato che sarebbe stato in grado di scongiurare l’attuazione di interventi di difesa dall’erosione che non si sono rivelati efficaci come nel Caso dei pennelli di San Cataldo di Lecce http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=3929 , interventi mirabilmente spiegati in http://www.associazioneingegneri.it/Benassai_Vulnerabilita_coste.htm.Un mio personale apprezzamento all’Assessore Gianni Scognamillo che ha moderato l’incontro e a cui spetta l’attuazione di questo importante strumento messo a disposizione della Comunità.*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario InternationalMaster’s Degree Imd in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

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