Tecnica che spazia dall'archeologia all’antincendio
“Le osservazioni satellitari ci hanno consentito di individuare anche siti archeologici importanti, per esempio i villaggi medievali di Monteserico e di Irsi in Basilicata. Perché, ove sotto la terra si trovino muri o altre strutture architettoniche, la vegetazione in superficie ne risente e l’indice lo rivela”. Rosa Lasaponara Ricercatrice all’ Istituto di metodologie per l'analisi ambientale del Crn di Potenza, utilizza gli indici di vegetazione per svolgere studi con diverse finalità: dallo stato di idratazione dei terreni ai rischi dl incendio alla ricerca archeologica.”Nel Foggiano individuammo l'esistenza di strutture a cerchio nel sottosuolo e così sono stati ritrovati alcuni villaggi neolitici. In Turchia stato individuato il sito archeologico di Hierapolis e in Perù a Cahuachì, un centro della civiltà precolombìana Nazca. Tramite gli indici di vegetazione si ottengono mappe di ogni sorta, a scala locale o globale. Le rilevazioni satellitari a scala maggiore (quelle con risoluzione di un chilometro) sono oggi disponibili gratuitamente in Rete e accessibili da, chiunque, ma vi sono rilevazioni che scendono nel dettaglio sino a mezzo metro, che consentono osservazioni molto precise”. Altri esempi per i quali questi indici sono usati qui in Italia “Si può individuare l’arrivo di piante non appartenenti all'habitat, che posso costituire una minaccia per la flora locale. Si studia la resilienza della vegetazione, cioè la capacità di ritornare allo stato precedente dopo un evento traumatico quale un periodo di siccità. Si studia la fenologia, cioè lo stato della vegetazione in relazione ai cambi stagionali. Si analizza il contenuto di umidità nelle piante e da questo si può capire come ottimizzare l'uso dell'acqua per irrigazione. Tale analisi serve anche per stimare la progressiva riduzione dell’acqua assorbita dalle piante: si formano così le mappe di suscettibilità al fuoco, che servono per la prevenzione degli incendi. “Al Cnr di Potenza lavoriamo in contatto con la Protezione Civile della Basilicata, cui forniamo dati su base quotidiana nel corso dei mesi estivi (quelli più a rischio per le aree mediterranee) e su base settimanale negli altri periodi dell’anno. In Italia ci sono circa 10 – 15 mila incendi l’anno” una cifra impressionante…
“Per noi si ma ci sono Paesi come il Sud Africa, dove le mappe dei fuochi attivi sono date per televisione, come fossero analisi metereologiche; vi sono aree del mondo dove incendi che interessino territori vasti quanto l’Italia non fanno notizia. Per comprendere l’importanza del fenomeno basti pensare che nell’emisfero sud la sola azione del fuoco scarica nell’atmosfera la stessa quantità di inquinanti che nell’emisfero Nord è generata dall’uso dei carburanti.”
Leonardo Servadio
Fonte Avvenire del 6 dicembre 2009
“Le osservazioni satellitari ci hanno consentito di individuare anche siti archeologici importanti, per esempio i villaggi medievali di Monteserico e di Irsi in Basilicata. Perché, ove sotto la terra si trovino muri o altre strutture architettoniche, la vegetazione in superficie ne risente e l’indice lo rivela”. Rosa Lasaponara Ricercatrice all’ Istituto di metodologie per l'analisi ambientale del Crn di Potenza, utilizza gli indici di vegetazione per svolgere studi con diverse finalità: dallo stato di idratazione dei terreni ai rischi dl incendio alla ricerca archeologica.”Nel Foggiano individuammo l'esistenza di strutture a cerchio nel sottosuolo e così sono stati ritrovati alcuni villaggi neolitici. In Turchia stato individuato il sito archeologico di Hierapolis e in Perù a Cahuachì, un centro della civiltà precolombìana Nazca. Tramite gli indici di vegetazione si ottengono mappe di ogni sorta, a scala locale o globale. Le rilevazioni satellitari a scala maggiore (quelle con risoluzione di un chilometro) sono oggi disponibili gratuitamente in Rete e accessibili da, chiunque, ma vi sono rilevazioni che scendono nel dettaglio sino a mezzo metro, che consentono osservazioni molto precise”. Altri esempi per i quali questi indici sono usati qui in Italia “Si può individuare l’arrivo di piante non appartenenti all'habitat, che posso costituire una minaccia per la flora locale. Si studia la resilienza della vegetazione, cioè la capacità di ritornare allo stato precedente dopo un evento traumatico quale un periodo di siccità. Si studia la fenologia, cioè lo stato della vegetazione in relazione ai cambi stagionali. Si analizza il contenuto di umidità nelle piante e da questo si può capire come ottimizzare l'uso dell'acqua per irrigazione. Tale analisi serve anche per stimare la progressiva riduzione dell’acqua assorbita dalle piante: si formano così le mappe di suscettibilità al fuoco, che servono per la prevenzione degli incendi. “Al Cnr di Potenza lavoriamo in contatto con la Protezione Civile della Basilicata, cui forniamo dati su base quotidiana nel corso dei mesi estivi (quelli più a rischio per le aree mediterranee) e su base settimanale negli altri periodi dell’anno. In Italia ci sono circa 10 – 15 mila incendi l’anno” una cifra impressionante…
“Per noi si ma ci sono Paesi come il Sud Africa, dove le mappe dei fuochi attivi sono date per televisione, come fossero analisi metereologiche; vi sono aree del mondo dove incendi che interessino territori vasti quanto l’Italia non fanno notizia. Per comprendere l’importanza del fenomeno basti pensare che nell’emisfero sud la sola azione del fuoco scarica nell’atmosfera la stessa quantità di inquinanti che nell’emisfero Nord è generata dall’uso dei carburanti.”
Leonardo Servadio
Fonte Avvenire del 6 dicembre 2009
Nessun commento:
Posta un commento