venerdì 11 dicembre 2009

Il 2010 sarà l'Anno internazionale della biodiversità (International year of biodiversity, Iyb)proclamato dalle Nazioni Unite


Il 2010 sarà l'Anno internazionale della biodiversità (International year of biodiversity, Iyb), proclamato dalle Nazioni Unite


I cambiamenti climatici pongono con urgenza un profondo ripensamento della società, dell'economia e degli stili di vita, insomma un cambio di rotta. La crisi ecologica e i rischi globali evidenziano la necessità di costruire un futuro più sicuro, più equo e più responsabile che poggia su tre grandi questioni: la conservazione dell'ambiente e delle sue risorse in condizioni di stabilità climatica, lo sviluppo sostenibile basato sulla carring capacity e l'educazione ambientale.Siamo chiamati soprattutto noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali ad affrontare la conoscenza e a contribuire alla tutela della natura attraverso la scienza della sostenibilità e essere coloro i quali tracciano l'educazione ad una società sostenibile in grado di realizzare una nuova società basata sull'ambiente, parsimoniosa nel prelievo di risorse trasformate con energia da fonti rinnovabili, che produca meno rifiuti, riciclandoli in modo da ridurre la pressione sui sistemi naturali globali.Noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali presentando i fondamenti dell'ecologia in una prospettiva interdisciplinare attraverso una lettura sociologica, economica e epistemologica della crisi ambientale, siamo chiamati ad essere lo strumento per la tutela e salvaguardia dell'ambiente.Il 2010 sarà l'Anno internazionale della biodiversità (International year of biodiversity, Iyb), proclamato dalle Nazioni Unite. In tutto il mondo saranno organizzati eventi, incontri e manifestazioni per sensibilizzare i decisori politici e l'opinione pubblica sul tema della perdita di biodiversità, che sta drammaticamente impoverendo (dal punto di vista ambientale ma anche economico) il Pianeta. Tutte le iniziative culmineranno nella decima Conferenza delle parti della Cbd (Convenzione sulla diversità biologica), un trattato internazionale adottato nel 1992 per arginare l'erosione della biodiversità. Il summit è in programma a Nagoya, in Giappone, dove i rappresentanti dei governi faranno il bilancio dei risultati (scarsi, per la verità) raggiunti finora e cercheranno di darsi nuovi e più stringenti obiettivi per fermare l'estinzione delle specie. A pochi mesi dall'inizio delle celebrazioni presentiamo il logo dell'Anno internazionale della biodiversità, realizzato grazie al sostegno economico del governo canadese. Il segretario esecutivo della Cbd, Ahmed Djoghlaf, ha dichiarato: «Invito tutte le parti ed i partner della Cbd ad utilizzare il logo in occasione delle celebrazioni previste per questo importante evento ed a tradurlo nelle loro rispettive lingue nazionali e locali»
L’Unione internazionale per la conservazione della natura ha pubblicato un elenco con flora e fauna in pericolo di estinzione. Una specie su tre rischia di sparire.
Tempo quasi scaduto per oltre un terzo della flora e della fauna del mondo. Arriva dall’ultimo aggiornamento della Red List, pubblicato in questi giorni dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), l’allarme estinzione per un altissimo numero di specie. Secondo i ricercatori della più vasta organizzazione di tutela della biodiversità mondiale (a cui aderiscono oltre mille membri fra governi e Ong) su un totale di 47.677 specie oggi conosciute, sono infatti 17.291 (36 per cento) quelle minacciate da uno stravolgimento degli ecosistemi che rischia di metterne a repentaglio la sopravvivenza.A guidare l’inquietante classifica delle specie più a rischio sono le piante, con una minaccia che colpisce il 70 per cento delle varietà note, seguite dal 37 per cento dei pesci di acqua dolce, il 35 per cento degli invertebrati e il 30 per cento degli anfibi. Anche se in misura minore, non sfuggono all’inarrestabile minaccia dell’estinzione anche il 28 per cento dei rettili, il 21 per cento dei mammiferi e il 12 per cento degli uccelli. I dati dell’Iucn sottolineano inoltre come, nella corsa contro il tempo per la salvaguardia della biodiversità naturale, siano già state sacrificate 875 specie (2 per cento) mentre sono attualmente 3.650 quelle considerate come quasi minacciate, che rischiano, cioè, nei prossimi decenni, di subire la minaccia dell’estinzione se non verranno intraprese azioni concrete per la loro tutela.Delle oltre 17mila specie considerate a rischio estinzione sono 3.325 quelle per cui la minaccia costituisce oggi un pericolo irreversibile mentre sono ancora possibili interventi che assicurino la naturale sopravvivenza delle quasi 5.000 specie in pericolo o delle oltre 9.000 classificate dai ricercatori come vulnerabili. «Questi risultati - afferma Craig Hilton Taylor, direttore del progetto della Red List - rappresentano solo la punta dell’iceberg. Abbiamo considerato per ora solo 47.663 specie, mentre ne esistono diversi milioni che potrebbero anch’esse essere gravemente minacciate. La nostra esperienza dimostra, però, che l’azione in favore della conservazione della natura conduce a dei risultati, per questo è fondamentale non aspettare che sia troppo tardi ma cominciare a preservare le nostre specie oggi stesso».Una dichiarazione che è anche un appello ai governi del mondo perché si adoperino il prima possibile a tutela degli ecosistemi delle specie minacciate, prima di tutto inserendo questo tema fra le loro priorità anche in vista delle azioni da intraprendere nel corso del 2010, già dichiarato Anno mondiale della biodiversità dall’Onu. Una ricorrenza nel corso della quale all’Iucn sanno già che ci sarà poco da festeggiare: «Le prove sulla gravità della crisi dell’estinzione che stiamo attraversando si accumulano afferma Jane Smart, direttrice del Gruppo della conservazione della biodiversità dell’Iucn -. Secondo le nostre ultime valutazioni sarà impossibile arginare la perdita di biodiversità nel 2010, come prevedeva il nostro obiettivo».

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