giovedì 10 dicembre 2009

Agricoltura: SENZA LE SOVVENZIONI DELLA PAC SI CHIUDE


APPELLO SOTTOSCRITTO DA VENTIDUE PAESI: NON CANCELLATE LE SOVVENZIONI Senza l'Europa agricoltura addio

Il ministro Zaia a Parigi per salvare i fondi
DOMENICO QUIRICO CORRISPONDENTE DA PARIGI
Si chiamerà l'appello di Parigi: parola d'ordine salvare, a tutti i costi, la politica agricola comune europea, la Pac, la stampella che a forza di regolatori di mercato, assistenze e contributi tiene in piedi il settore. Altrimenti che succede? “Senza la Pac si chiude risponde con il pregio di una efficace sintesi il ministro italiano Luca Zaia - tornano i boschi e le selve. L'agricoltura è madre dell'Europa come noi la conosciamo. Se qualcuno vuole ordinare le materie prime fuori dal vecchio continente noi non ci stiamo”. A firmare il forte segnale inviato ieri al debuttante nuovo governo europeo sono stati in ventidue. A guidare la marcia soprattutto la Francia, e a Tutti Contro nordisti Svezia, Danimarca e Gran Bretagna - puntano a un taglio spiegarlo basta una cifra: con dieci miliardi di euro su quattordici erogati ogni anno è la principale beneficiaria degli aiuti agricoli. Le previsioni sul reddito dei contadini dell'Exagone, spiegava ieri il ministro Bruno Le Maire, sono disastrose. Inizialmente stimato al 10%, il calo dovrebbe arrivare al 30. Non sorprende che la categoria sia in tumulto permanente e che rovesci con pedantesca sollecitudine latte vino e letame davanti a prefetture e ministeri. Un guaio: la prossima primavera sono in programma le elezioni regionali. A fianco della Francia si è schierata subito l'Italia: «diciamo chiaramente - incalza Zaia - che non è possibile immaginare alcuno sviluppo per il set tore senza la Pac, la nostra è una agricoltuia di qualità che in caso di importazioni sparirebbe, c'è bisogna di regole che salvaguardino leagricolture di tutti i tcrritori d'Europa, regole t'inora garantite dalla politica comune. Si pu discutere per migliorarle, ma non si pu pensare di farne a meno». Tutto è iniziato con la richiesta di una regolamentazione del mercato del latte, poi si è esteso anche agli altri settori, invocmdo «la sicurezza alimentare di 500 milioni di europei». 11 docimento è stato presentato alla Germania e poi agli altri. Ventidue hanno detto si. C'è un neirLico, e sono i «nordisti»: Gran 3rctagna, Svezia Danimarca, clic non hanno aderito, «i liberisti» che vogliono la fine di una agricoltura assistita, dichiarata mangia soldi. Sono loro che chiederanno nelle prossime trattative sul bilancio europeo che la Pac venga il- dotta di un terzo per spostare i fondi ad altri settori. La Pac è il 47 per cento del budget totale tltdano Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole, difende l'agricoltura europea: «Se pensiamo di importare le materie prime da altri continenti non ci sto» dell'Unione, 116 miliardi di euro nel 2008. I ventidue chiedono di fissare prima di tutto obbiettivi politici, ovvero la tutela di una alimentazione diversificata, del reddito dei contadini e gli aspetti ambientali. E poi stabilire il budget. «Non è una riunione contro nessuno - si è affannato a tranquillizare il ministro francese Bruno Le Maire - non contro vhi non ha firmato l'appellcxpè contro la Commissione». E infatti aveva proposto all'Inghilterra di inviare un osservatore. Evitare le polemiche pare opportuno, perché le relazioni con il nuovo commissario europeo alla agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, sono migliori che con il predecessore, la danese Mariann Fischer Boel. E la volontà è di ar-rivare ad un accordo a ventisette. Il segnale energico inviato a Bruxelles ieri ha soddisfatto tutti. Il polacco Dycha secondo cui si «chiede una politica europea forte che deve essere finanziata a un livello ambizioso».
Fonte La Stampa del 11 dicembre 2009

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