Società agricola coopertiva Acli di Racale
Il futuro? Prospero come il nostro passato
Enzo Manni: “Negli Anni 70, prima della globalizzazione, dal Sud Salento partivano treni di prodotti agricoli. Ma il miracolo è ancora a portata di mano”
di Daniela Pastore
Una realtà che vuole recuperare la tradizione storica, ma guardando con ottimismo al futuro. La Società Agricola Cooperativa Acli di Racale conta 600 soci ed è stata fondata il 22 maggio del 1963. “Abbiamo conosciuto anni davvero ricchi, in cui la nostra cooperativa era il fulcro economico di tutto il comprensorio”, ricorda Enzo Manni, che alla cooperativa, presieduta da Antonio Foccillo (classe ’47, imprenditore agricolo) ha dedicato 30 anni di lavoro, impegno e passione. “Negli anni 70 la nostra realtà movimentava una produzione di circa 75mila quintali di patate novelle, 50 mila
quintali di angurie, ed esportava quasi tutto il prodotto all’estero, Germania, Francia, Danimarca, Norvegia”. Un’attività con il vento in poppa sino agli anni Ottanta. Lo scalo ferroviario di Racale era un esempio lampante del miracolo agricolo dell’hinterland: treni interminabili carichi di migliaia di quintali di patate, uva, ortaggi, olio, vino partivano di notte per raggiungere i mercati più importanti di tutta l’Europa. “Era uno spettacolo da rimanere a bocca aperta – fa spallucce Manni – Non si riusciva a vedere il termine dei vagoni per quanti erano. Poi, la globalizzazione ha rovinato la festa.
Tanti mercati che si servivano esclusivamente dei nostri prodotti hanno trovato più conveniente acquistare altrove e così abbiamo ridotto notevolmente produzione ed export”.
Si è anche deciso di interrompere l’attività del frantoio, che negli anni Settanta garantiva un buon reddito, ma che man mano cominciava a dare più grattacapi che soddisfazioni. Il Duemila è stata un po’ l’anno della svolta. “Ci siamo seduti attorno ad un tavolo ed abbiamo rielaborato la strategia della cooperativa”, dice Manni. Da dove ripartire? Su cosa puntare? “Da un dato di fatto fondamentale, che poi è la luce che rischiara qualsiasi crisi: e cioè il fatto che l’agricoltura è un’attività dalla quale l’uomo non può prescindere. Si può pensare a qualsiasi trasformazione sociale, economica e culturale, ma non alla scomparsa dei contadini che producono il cibo”, allarga le mani Manni. Per stare al passo con i tempi la cooperativa ha deciso di ampliare la struttura. Il plesso storico è proprio di fronte alla stazione e si estende su oltre 1.200 metri quadri. Posizione strategica che permetteva di portare direttamente la merce sui treni per il trasporto.
A questo si è aggiunto un nuovo plesso dotato delle più moderne tecnologie per la trasformazione,
circa 2mila metri quadri di superficie, ubicato sulla strada per Ugento. “Abbiamo anche ripreso
l’attività del frantoio e siamo entrati con entusiasmo nell’organizzazione di produttori di Coldiretti, Coopolio – spiega Manni – perché crediamo che ora il nostro successo, più che sulla quantità che ha dato tanti risultati in passato, passi necessariamente dalla qualità, dalla commercializzazione, dal marketing, dalla promozione delle peculiarità del territorio”. La patata novella è unica, ad esempio, per qualità, sapore, possibilità di impiego. “Allora se noi continuiamo a produrla rispettando al massimo gli standard della qualità, ed in più riusciamo a darci una buona organizzazione commerciale, non credo che i risultati possano non arrivare”, ribadisce il responsabile della cooperativa.
“Certo, vanno risolti tanti mali tipici del nostro territorio, come l’incapacità di stare insieme, di lottare tutti per un unico obiettivo. Abbiamo già pagato sulla nostra pelle lo scotto di anni e anni di divisioni, frammentazione dell’offerta, lotte intestine. E sappiamo tutti quanti che in quella direzione non possiamo continuare a procedere. Quindi dovremmo metterci tutti la mano sul
cuore ed ammettere che solo nella cooperazione intelligente e strategica c’è il futuro, c’è la possibilità di ridare redditività alle nostre produzioni, c’è l’opportunità di conquistare nuovi mercati”.
Ripartire dunque dalla qualità. “I consumatori sono sempre più sensibili alle campagne di informazione sulla qualità e la salubrità dell’alimentazione. Il lusso oggi è portare in tavola prodotti che abbiamo un sapore eccellente, che siano genuini, che sfuggano dalla logica della catena di
montaggio industriale e invece tornino a profumare di terra, di campagna, di natura. Noi salentini
abbiamo da sempre coltivato nel totale rispetto della natura. E così dobbiamo continuare a fare”.
Il rispetto della natura significa anche il monitoraggio del territorio e dell’ambiente. “Per questo
siamo contrari ad esempio al fotovoltaico selvaggio o alla nascita di impianti di energia alternativa
senza uno studio organico a monte che preveda dove è opportuno ubicare gli impianti e quali impianti è opportuno installare nel Salento – prosegue – Sono tutte scelte importanti per il territorio e come si può notare vedono sempre l’agricoltura tra gli interlocutori primari. Questo mi fa ben sperare per il nostro settore, ma è anche chiaro che noi per primi dobbiamo darci una mossa e far sentire la nostra voce e le nostre idee, far capire che ai tavoli dove si decide il futuro del territorio ci devono essere anche gli imprenditori agricoli e le cooperative agricole. Noi siamo stati un pezzo fondamentale della storia del territorio. Ma siamo anche una parte fondamentale del suo futuro. Da questo non si prescinde”, conclude. "
Contatti:
Enzo Manni
Cell. +39 335 8372084
Soc. Agr. Coop. ACLI - Racale
Via Provinciale Racale - Ugento km 1,1
73055 Racale (Lecce) - Italy
Tel.: +39 0833 1826925
Fax: +39 0833 1826924
E-mail: acliracale@tiscalinet.it
E-mail2: info@acliracale.com
Fonte
terra salentina PERIODICO DELLA FEDERAZIONE COLDIRETTI DI LECCE di Ottobre 2009
Il futuro? Prospero come il nostro passato
Enzo Manni: “Negli Anni 70, prima della globalizzazione, dal Sud Salento partivano treni di prodotti agricoli. Ma il miracolo è ancora a portata di mano”
di Daniela Pastore
Una realtà che vuole recuperare la tradizione storica, ma guardando con ottimismo al futuro. La Società Agricola Cooperativa Acli di Racale conta 600 soci ed è stata fondata il 22 maggio del 1963. “Abbiamo conosciuto anni davvero ricchi, in cui la nostra cooperativa era il fulcro economico di tutto il comprensorio”, ricorda Enzo Manni, che alla cooperativa, presieduta da Antonio Foccillo (classe ’47, imprenditore agricolo) ha dedicato 30 anni di lavoro, impegno e passione. “Negli anni 70 la nostra realtà movimentava una produzione di circa 75mila quintali di patate novelle, 50 mila
quintali di angurie, ed esportava quasi tutto il prodotto all’estero, Germania, Francia, Danimarca, Norvegia”. Un’attività con il vento in poppa sino agli anni Ottanta. Lo scalo ferroviario di Racale era un esempio lampante del miracolo agricolo dell’hinterland: treni interminabili carichi di migliaia di quintali di patate, uva, ortaggi, olio, vino partivano di notte per raggiungere i mercati più importanti di tutta l’Europa. “Era uno spettacolo da rimanere a bocca aperta – fa spallucce Manni – Non si riusciva a vedere il termine dei vagoni per quanti erano. Poi, la globalizzazione ha rovinato la festa.
Tanti mercati che si servivano esclusivamente dei nostri prodotti hanno trovato più conveniente acquistare altrove e così abbiamo ridotto notevolmente produzione ed export”.
Si è anche deciso di interrompere l’attività del frantoio, che negli anni Settanta garantiva un buon reddito, ma che man mano cominciava a dare più grattacapi che soddisfazioni. Il Duemila è stata un po’ l’anno della svolta. “Ci siamo seduti attorno ad un tavolo ed abbiamo rielaborato la strategia della cooperativa”, dice Manni. Da dove ripartire? Su cosa puntare? “Da un dato di fatto fondamentale, che poi è la luce che rischiara qualsiasi crisi: e cioè il fatto che l’agricoltura è un’attività dalla quale l’uomo non può prescindere. Si può pensare a qualsiasi trasformazione sociale, economica e culturale, ma non alla scomparsa dei contadini che producono il cibo”, allarga le mani Manni. Per stare al passo con i tempi la cooperativa ha deciso di ampliare la struttura. Il plesso storico è proprio di fronte alla stazione e si estende su oltre 1.200 metri quadri. Posizione strategica che permetteva di portare direttamente la merce sui treni per il trasporto.
A questo si è aggiunto un nuovo plesso dotato delle più moderne tecnologie per la trasformazione,
circa 2mila metri quadri di superficie, ubicato sulla strada per Ugento. “Abbiamo anche ripreso
l’attività del frantoio e siamo entrati con entusiasmo nell’organizzazione di produttori di Coldiretti, Coopolio – spiega Manni – perché crediamo che ora il nostro successo, più che sulla quantità che ha dato tanti risultati in passato, passi necessariamente dalla qualità, dalla commercializzazione, dal marketing, dalla promozione delle peculiarità del territorio”. La patata novella è unica, ad esempio, per qualità, sapore, possibilità di impiego. “Allora se noi continuiamo a produrla rispettando al massimo gli standard della qualità, ed in più riusciamo a darci una buona organizzazione commerciale, non credo che i risultati possano non arrivare”, ribadisce il responsabile della cooperativa.
“Certo, vanno risolti tanti mali tipici del nostro territorio, come l’incapacità di stare insieme, di lottare tutti per un unico obiettivo. Abbiamo già pagato sulla nostra pelle lo scotto di anni e anni di divisioni, frammentazione dell’offerta, lotte intestine. E sappiamo tutti quanti che in quella direzione non possiamo continuare a procedere. Quindi dovremmo metterci tutti la mano sul
cuore ed ammettere che solo nella cooperazione intelligente e strategica c’è il futuro, c’è la possibilità di ridare redditività alle nostre produzioni, c’è l’opportunità di conquistare nuovi mercati”.
Ripartire dunque dalla qualità. “I consumatori sono sempre più sensibili alle campagne di informazione sulla qualità e la salubrità dell’alimentazione. Il lusso oggi è portare in tavola prodotti che abbiamo un sapore eccellente, che siano genuini, che sfuggano dalla logica della catena di
montaggio industriale e invece tornino a profumare di terra, di campagna, di natura. Noi salentini
abbiamo da sempre coltivato nel totale rispetto della natura. E così dobbiamo continuare a fare”.
Il rispetto della natura significa anche il monitoraggio del territorio e dell’ambiente. “Per questo
siamo contrari ad esempio al fotovoltaico selvaggio o alla nascita di impianti di energia alternativa
senza uno studio organico a monte che preveda dove è opportuno ubicare gli impianti e quali impianti è opportuno installare nel Salento – prosegue – Sono tutte scelte importanti per il territorio e come si può notare vedono sempre l’agricoltura tra gli interlocutori primari. Questo mi fa ben sperare per il nostro settore, ma è anche chiaro che noi per primi dobbiamo darci una mossa e far sentire la nostra voce e le nostre idee, far capire che ai tavoli dove si decide il futuro del territorio ci devono essere anche gli imprenditori agricoli e le cooperative agricole. Noi siamo stati un pezzo fondamentale della storia del territorio. Ma siamo anche una parte fondamentale del suo futuro. Da questo non si prescinde”, conclude. "
Contatti:
Enzo Manni
Cell. +39 335 8372084
Soc. Agr. Coop. ACLI - Racale
Via Provinciale Racale - Ugento km 1,1
73055 Racale (Lecce) - Italy
Tel.: +39 0833 1826925
Fax: +39 0833 1826924
E-mail: acliracale@tiscalinet.it
E-mail2: info@acliracale.com
Fonte
terra salentina PERIODICO DELLA FEDERAZIONE COLDIRETTI DI LECCE di Ottobre 2009
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