Mare inquinato solo a San Cataldo e a Vernole? e nelle marine di Melendugno, bandiera blu?
Abbiamo letto con preoccupazione sui mezzi di informazione di mercoledì 9 dicembre 2009 dell’inquietante caso del mare inquinato a San Cataldo e dell’ordinanza di divieto di pesca e di balneazione emessa dal Comune di Vernole per oltre un chilometro tutt’intorno alle idrovore del depuratore di Ciccio Prete. Ancora una volta registriamo un preoccupante caso di inquinamento che le autorità comunali melendugnesi dovrebbero tenere in alta considerazione al pari del Sindaco di Vernole.
A Melendugno, però, a quanto sembra, tutto tace. E ciò maggiormente fa pensare soprattutto per i risvolti che l’attuale contaminazione potrà avere sulla nostra salute e sulla prossima stagione turistica delle nostre marine.Le verifiche condotte dai Carabinieri del NOE avrebbero riscontrato, nelle acque intorno a San Cataldo, la “presenza abbondante e rilevante di indicatori microbiologi di contaminazione fecale causata verosimilmente da immissione di liquami civili”. Logico che il confinante comune di Vernole abbia lanciato l’allarme su tutti i mezzi di informazione per richiamare l’attenzione di quanti avrebbero dovuto già da tempo bloccare un impianto che non offre più molti margini di sicurezza per tutti gli abitanti della costa orientale del Salento. Non è la prima volta, infatti, che le autorità di pubblica sicurezza riscontrano problemi di natura analoga in questo depuratore, ma malgrado i sequestri e i controlli che si sono succeduti nel tempo, l’impianto non ha mai dato l’impressione di funzionare regolarmente. E quello che riporta oggi la stampa lo comprova.Ma se il divieto di pesca e di balneazione è stato emesso per le spiagge di Vernole, come mai le autorità comunali di Melendugno non hanno pensato di emettere una Ordinanza similare? Forse che nel mare tra Melendugno e Vernole esiste un muro di protezione, che noi non conosciamo, e che lascia tranquilli Sindaco e Assessori? Non è probabile che l’inquinamento provocato da “Ciccio Prete” arrivi pure sulle spiagge di San Foca, di Roca e di Torre dell’Orso? O si spera che, tacendo, “l’inquinamento fecale” abbia la bontà di risparmiare le marine di Melendugno?Il Circolo IDV di Melendugno esprime perplessità per come si sta sviluppando la vicenda e auspica che le autorità comunali intervengano quanto prima per tutelare gli interessi dei cittadini, dei commercianti, dei pescatori e delle migliaia di turisti che sulle coste melendugnesi amano soggiornare in tutta sicurezza.Il Circolo IDV di Melendugno
Abbiamo letto con preoccupazione sui mezzi di informazione di mercoledì 9 dicembre 2009 dell’inquietante caso del mare inquinato a San Cataldo e dell’ordinanza di divieto di pesca e di balneazione emessa dal Comune di Vernole per oltre un chilometro tutt’intorno alle idrovore del depuratore di Ciccio Prete. Ancora una volta registriamo un preoccupante caso di inquinamento che le autorità comunali melendugnesi dovrebbero tenere in alta considerazione al pari del Sindaco di Vernole.
A Melendugno, però, a quanto sembra, tutto tace. E ciò maggiormente fa pensare soprattutto per i risvolti che l’attuale contaminazione potrà avere sulla nostra salute e sulla prossima stagione turistica delle nostre marine.Le verifiche condotte dai Carabinieri del NOE avrebbero riscontrato, nelle acque intorno a San Cataldo, la “presenza abbondante e rilevante di indicatori microbiologi di contaminazione fecale causata verosimilmente da immissione di liquami civili”. Logico che il confinante comune di Vernole abbia lanciato l’allarme su tutti i mezzi di informazione per richiamare l’attenzione di quanti avrebbero dovuto già da tempo bloccare un impianto che non offre più molti margini di sicurezza per tutti gli abitanti della costa orientale del Salento. Non è la prima volta, infatti, che le autorità di pubblica sicurezza riscontrano problemi di natura analoga in questo depuratore, ma malgrado i sequestri e i controlli che si sono succeduti nel tempo, l’impianto non ha mai dato l’impressione di funzionare regolarmente. E quello che riporta oggi la stampa lo comprova.Ma se il divieto di pesca e di balneazione è stato emesso per le spiagge di Vernole, come mai le autorità comunali di Melendugno non hanno pensato di emettere una Ordinanza similare? Forse che nel mare tra Melendugno e Vernole esiste un muro di protezione, che noi non conosciamo, e che lascia tranquilli Sindaco e Assessori? Non è probabile che l’inquinamento provocato da “Ciccio Prete” arrivi pure sulle spiagge di San Foca, di Roca e di Torre dell’Orso? O si spera che, tacendo, “l’inquinamento fecale” abbia la bontà di risparmiare le marine di Melendugno?Il Circolo IDV di Melendugno esprime perplessità per come si sta sviluppando la vicenda e auspica che le autorità comunali intervengano quanto prima per tutelare gli interessi dei cittadini, dei commercianti, dei pescatori e delle migliaia di turisti che sulle coste melendugnesi amano soggiornare in tutta sicurezza.Il Circolo IDV di Melendugno
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