domenica 13 dicembre 2009

La burocrazia avvelena le produzioni di Puglia


La burocrazia avvelena le produzioni di Puglia
VITANDREA SILECCIA
CONFAGRICOLTURA A rischio altri 85Omila euro perché ancora da assegnare
Gli agricoltori non sono solo schiacciati dai costi, ma anche dalle pratiche: in un anno 150 giorni si perdono tra uffici, moduli e pratiche da compilare

E’ necessaria una svolta, nel mondo dell'agricoltura italiana, o il sistema rischia di impantanarsi e, peggio ancora, collassare. Un allarme è di Confagricoltura: un'altra vittima illustre della crisi economica mondiale. E Confagricoltura è impegnata, in questa fase di elaborazione della Legge Finanziaria 2010, in un braccio di ferro con il Governo Berlusconi per far sì che le richieste e le necessità dell'agricoltura italiana facciano parte dell'agenda economica di questo Esecutivo, dopo lo stanziamento di 250 milioni di euro per il Fondo di solidarietà nazionale. Anche Bari e la Puglia sono stati e sono protagonisti delle agitazioni del mondo agricolo. In tutta Italia si organizzano sit-in, interventi, convegni per favorire la partecipazione e la conoscenza della situazione ai diretti interessati: gli imprenditori agricoli. Nel convegno pugliese della organizzazione, la scorsa settimana, Federico Secchioni, presidente di Confagricoltura, ha reso chiara la situazione. All'incontro ha preso parte anche Raffaele Fitto, ministro degli Affari regionali, al quale è spettata il ruolo di collante tra imprenditoria agricola e Governo. La produzione sta calando: e sono coinvolti anche i settori di punta dell'agricoltura italiana. Cereali e olio, ad esempio. Ma il caso più emblematico è quello del vino: l'Italia non è più il produttore, né l'esportatore numero uno: ci sono l'Australia e i paesi sudamericani che si stanno accaparrando il mercato inglese. Qual è il problema? Secchioni lo individua nel cambio di mentalità: la politica Comunitaria agricola, a partire dal 1957, è stata improntata alla produttività e alla creazione di lavoro. Ora ci sono altri fattori: l'ambiente, la qualità del prodotto, la salute delle persone. Che si sono aggiunti a quello originale che, a sua volta, è stato soppiantato. Secchioni chiede un ritorno alla produttività come fattore numero uno. E fare in modo che, come negli altri Paesi continentali, in sede di Parlamento europeo si faccia sentire la voce italiana, così da consentire al mercato nostrano di non restare solo a guardare le soluzioni scelte dai concorrenti E ancora, prosegue Secchioni: continuare la politica di sostenimento alla produzione, considerandola pi importante della trasformazione del prodotto agricolo. Tornando alla situazione pugliese, c'è poco da rallegrarsi. Perché tutte le filiere, cioè l'insieme di attività e organizzazione che porta al prodotto finito, sono in difficoltà: tabacco, barbabietole, carciofo e pomodoro sono tra le più colpite. Paolo Leccisi, presidente di Confagricoltura Puglia, fa sapere che nella regione ci sono 9mila ettari di terreno a rischio estirpazione: cioè 500 giorni di lavoro in fumo. Questo deriva dall'aumento dei costi che l'imprenditore agricolo deve sostenere per l'esportatare mantenere viva la sua attività, a fronte della diminuzione dei guadagni. Confagricoltura chiede allora al Governo di essere inserito nell'agenda economica: non si parla di sussidi, ma di incentivi. Intanto c'è anche il rischio che fondi economici come quello comunitario, 850mila euro solo per la Puglia ancora non spesi, siano rimandati al mittente nella prossima primavera senza essere stati usati. Altro punto delle richieste di Confagricoltura: la diminuzione delle pratiche burocratiche, che rischiano di travolgere l'attività imprenditoriale. Il presidente Secchioni calcola che almeno centocinquanta giorni all'anno sono spesi dagli agricoltori tra uffici, moduli e pratiche da compilare. La presenza di Fitto al convegno barese, al quale hanno preso parte lavoratori da tutta la Puglia, sta a significare che il Governo vuole porgere un orecchio e poi una mano al mondo agricolo. Cifre e numeri non sono stati ancora messi nero su bianco, ha fatto sapere Fitto, che ha ribadito l'interesse del Governo ad aiutare l'agricoltura. Saranno rivisti i programmi d'intesa con le Regioni, e di questo se ne occuperà il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia. In particoiare, per la Puglia, si prevede un impiego di almeno 40 milioni di euro nel 2010.
Attenzione e impegno . Sono le parole di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali, per confermare l'intenzione del Governo di dare una risposta alle richieste del mondo agricolo. Si stanno valutando gli emendamenti fiscali da inserire nella Finanziaria ha detto Fitto a margine del convegno indotto da Confagricohura a Bari - perché c'è attenzione concreta e impegno per il mondo agricolo. Abbiamo anche la disponibilità delle Regioni al finanziamento: Di cifre, comunque, è presto per parlare. Un augurio - ha aggIunto Fitto è che ci possa essere un lavoro che guardi anche alle modalità con le quali si utilizzano le risorse, calibrandole sugli scenari di questa crisi: Fitto allarga il discorso al ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia. Ipotizzare un meccanismo del genere anche per le risorse della programmazione delle Regioni, rispetto al programma che il ministro sta costruendo d'intesa con loro, mi sembra passibile: Un commento finale sullo stanziamento di fondi regionali è positivo. Sono risorse già decise nel piano di sviluppo regionale e non di risorse aggiuntive. La programmazione di due, tre anni va adeguata alla crisi: il presidente di Confagricohura, Federico Secchioni, è soddisfatto dell'approvazione dell'emendamento del Governo che stanzia 250 milioni di euro per il Fondo di solidarietà nazionale: Aver fatto chiarezza ed essere intervenuti, sperando nella sua approvazione - ha detto al convegno di Bari - ci rende soddisfatti e viene incontro a una nostra precisa sollecitazione. Rene, quindi, il cambio di rotta del governo, su cui ha inciso la nostra mobilitazione. Ora seguano i provvedimenti: Anche se il cammino da percorrere per soddisfare le richieste dei mondo agricolo è ancora lungo: vero che lrpef e Irpeg non sono aumentate ha detto - ma sono state falcidiate le risorse destinate all'agricoltura, sopprimendo il fondo per la piccola proprietà coltivatrice, dimenticando i sostegni alla bieticoltura, eliminando alcuni storici incentivi sul gasolio agricolo, non operando efficacemente sul cuneo fiscale. Di fatto è come se agli agricoltori fossero state aumentate le tasse di parecchi punti ha concluso.
Fonte
La Gazzetta dell'Economia

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