Organizzazioni Interprofessionali in agricoltura: l’unico strumento disponibile per l’imprenditore agricolo!
di Antonio Bruno*
Ieri a Lecce nella 2°CONFERENZA ECONOMICA NAZIONALE della CIA la Prof.ssa Lorenza Paoloni lorenza.paoloni@unimol.it , Università del Molise e Comitato scientifico CIA
e il Prof.Corrado Giacomini corrado.giacomini@unipr.it, Università di Parma
hanno tenuto una relazione sulla” Regolazione del mercato agroalimentare e modelli interprofessionali: limiti e prospettive”.
Il Prof. Corrado Giacomini ha richiamato l'attenzione sulle principali novità introdotte con la riforma della Politica Agricola Comune che ha dato un ruolo portante delle organizzazioni dei produttori a cui è affidato il compito di programmazione della produzione; indirizzo verso la qualità della produzione e ciclo produttivo a basso impatto ambientale. Inoltre tutti siamo a conoscenza dell'introduzione delle organizzazioni interprofessionali che producono un coinvolgimento dal produttore al distributore innescando comportamenti virtuosi nell’interesse dei produttori e dei consumatori . La riforma rappresenta una vera e propria sfida per l'organizzazione della produzione del settore in Italia, in quanto cambia i termini della rappresentanza dei produttori con la prevista possibilità di estendere a tutti i produttori le norme degli accordi interprofessionali. Tali norme sono contenute nelle relazioni di filiera che producono una intesa di filiera che è la sommatoria delle strategie rispetto a un prodotto. Tutto questo da luogo a una Organizzazione interprofessionale che per adesso in Italia non prevede il coinvolgimento del consumatore.
Vi è da fare una distinzione tra ciò che fanno le Organizzazioni dei produttori e quello che invece fanno le organizzazioni interprofessionali. Le prima hanno una funzione operativa che mancava alle vecchie Associazioni dei produttori, sono veri e propri soggetti di impresa che hanno la funzione di concentrare e vendere il prodotto promuovendo DOP e IGP. Invece le organizzazioni interprofessionali hanno una funzione normativa che opera a monte come fosse una vera e propria cabina di regia che ha natura giuridica associativa con funzioni di concentrazione all’interno, definizione dei processi di tracciabilità e tutela dell’ambiente.
L’art. 9 del D. Lgs. 102/2005 http://gazzette.comune.jesi.an.it/2005/137/2.htm in tema di concorrenza prevede nel caso dell’intesa di filiera delle deroghe quando vi sia da effettuare una Programmazione revisionale e coordinata della produzione in finzione degli sbocchi di mercato e nel caso di una programmazione di miglioramento della qualità. Nell’art. 15 dello stesso D. Lgs. 102/2005 sono previsti gli accordi ERGA OMNES che prevedono l’estensione ai soggetti non soci delle delibere e delle scelte. Tale estensione è prevista nei casi contemplati appunto nell’art. 15.
Inoltre vi è da dire che la disciplina comunitaria è contenuta negli Regolamenti CE n. 1234/2007 http://agrea.regione.emilia-romagna.it/wcm/agrea/normativa/Generale/normativa_comunitaria/reg_ce_1234_07.pdf e n. 361/2008 http://www.biogargano.it/downloads/reg361_08modifica1234_07.pdf con il Regolamento 1234/2007 pubblicato sulla G.U.U.E.16.11.2007, meglio conosciuto come “Regolamento Unico O.C.M.”, il legislatore comunitario ha inteso accorpare in un unico quadro giuridico tutte le norme vigenti nell’ambito delle organizzazioni comuni dei mercati, sostituendo la vecchia impostazione settoriale con una orizzontale. In seguito all’adozione di detto provvedimento sono state però emanate nuove norme di commercializzazione relative a determinati prodotti alimentari che, per ragioni di organicità del sistema, è stato ritenuto opportuno far confluire nel Regolamento Unico attraverso il Regolamento in esame. e all’art 123, 124 e 125 vi è appunto l’eccezione dell’olio d’oliva e delle olive da tavola con la costituzione nell’art. 125 degli operatori dell’olio.
Le esperienze che sino ad oggi si sono dimostrate efficienti sono quelle del settore ortofrutticolo specificamente mele e pomodoro e il settore delle colture energetiche, colza e girasole di cui noi nel salento ne sappiamo qualcosa e che prima della conferenza ha visto il volantinaggio di ambientalisti che si oppongono a questo accordo.
Ma i maggiori limiti sono rappresentati dalla mancanza dei contratti quadro e la ridotta efficacia erga omnes. Tutto questo rendono evidente che a tutt’oggi l’Organizzazione Interprofessionale sia poco applicata ma allo stesso tempo vi è da registrare che allo stato questo strumento sia l’unico disponibile per il mondo agricolo Italiano. Per quanto riguarda l’Olio d’Oliva il seminario di Alta formazione tenuto a Lecce dal Dott. Nicola Ruggiero è il tentativo di fare della Puglia un’esperienza di Organizzazione Interprofessionale dell’Olio d’Oliva!
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario InternationalMaster’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
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di Antonio Bruno*
Ieri a Lecce nella 2°CONFERENZA ECONOMICA NAZIONALE della CIA la Prof.ssa Lorenza Paoloni lorenza.paoloni@unimol.it , Università del Molise e Comitato scientifico CIA
e il Prof.Corrado Giacomini corrado.giacomini@unipr.it, Università di Parma
hanno tenuto una relazione sulla” Regolazione del mercato agroalimentare e modelli interprofessionali: limiti e prospettive”.
Il Prof. Corrado Giacomini ha richiamato l'attenzione sulle principali novità introdotte con la riforma della Politica Agricola Comune che ha dato un ruolo portante delle organizzazioni dei produttori a cui è affidato il compito di programmazione della produzione; indirizzo verso la qualità della produzione e ciclo produttivo a basso impatto ambientale. Inoltre tutti siamo a conoscenza dell'introduzione delle organizzazioni interprofessionali che producono un coinvolgimento dal produttore al distributore innescando comportamenti virtuosi nell’interesse dei produttori e dei consumatori . La riforma rappresenta una vera e propria sfida per l'organizzazione della produzione del settore in Italia, in quanto cambia i termini della rappresentanza dei produttori con la prevista possibilità di estendere a tutti i produttori le norme degli accordi interprofessionali. Tali norme sono contenute nelle relazioni di filiera che producono una intesa di filiera che è la sommatoria delle strategie rispetto a un prodotto. Tutto questo da luogo a una Organizzazione interprofessionale che per adesso in Italia non prevede il coinvolgimento del consumatore.
Vi è da fare una distinzione tra ciò che fanno le Organizzazioni dei produttori e quello che invece fanno le organizzazioni interprofessionali. Le prima hanno una funzione operativa che mancava alle vecchie Associazioni dei produttori, sono veri e propri soggetti di impresa che hanno la funzione di concentrare e vendere il prodotto promuovendo DOP e IGP. Invece le organizzazioni interprofessionali hanno una funzione normativa che opera a monte come fosse una vera e propria cabina di regia che ha natura giuridica associativa con funzioni di concentrazione all’interno, definizione dei processi di tracciabilità e tutela dell’ambiente.
L’art. 9 del D. Lgs. 102/2005 http://gazzette.comune.jesi.an.it/2005/137/2.htm in tema di concorrenza prevede nel caso dell’intesa di filiera delle deroghe quando vi sia da effettuare una Programmazione revisionale e coordinata della produzione in finzione degli sbocchi di mercato e nel caso di una programmazione di miglioramento della qualità. Nell’art. 15 dello stesso D. Lgs. 102/2005 sono previsti gli accordi ERGA OMNES che prevedono l’estensione ai soggetti non soci delle delibere e delle scelte. Tale estensione è prevista nei casi contemplati appunto nell’art. 15.
Inoltre vi è da dire che la disciplina comunitaria è contenuta negli Regolamenti CE n. 1234/2007 http://agrea.regione.emilia-romagna.it/wcm/agrea/normativa/Generale/normativa_comunitaria/reg_ce_1234_07.pdf e n. 361/2008 http://www.biogargano.it/downloads/reg361_08modifica1234_07.pdf con il Regolamento 1234/2007 pubblicato sulla G.U.U.E.16.11.2007, meglio conosciuto come “Regolamento Unico O.C.M.”, il legislatore comunitario ha inteso accorpare in un unico quadro giuridico tutte le norme vigenti nell’ambito delle organizzazioni comuni dei mercati, sostituendo la vecchia impostazione settoriale con una orizzontale. In seguito all’adozione di detto provvedimento sono state però emanate nuove norme di commercializzazione relative a determinati prodotti alimentari che, per ragioni di organicità del sistema, è stato ritenuto opportuno far confluire nel Regolamento Unico attraverso il Regolamento in esame. e all’art 123, 124 e 125 vi è appunto l’eccezione dell’olio d’oliva e delle olive da tavola con la costituzione nell’art. 125 degli operatori dell’olio.
Le esperienze che sino ad oggi si sono dimostrate efficienti sono quelle del settore ortofrutticolo specificamente mele e pomodoro e il settore delle colture energetiche, colza e girasole di cui noi nel salento ne sappiamo qualcosa e che prima della conferenza ha visto il volantinaggio di ambientalisti che si oppongono a questo accordo.
Ma i maggiori limiti sono rappresentati dalla mancanza dei contratti quadro e la ridotta efficacia erga omnes. Tutto questo rendono evidente che a tutt’oggi l’Organizzazione Interprofessionale sia poco applicata ma allo stesso tempo vi è da registrare che allo stato questo strumento sia l’unico disponibile per il mondo agricolo Italiano. Per quanto riguarda l’Olio d’Oliva il seminario di Alta formazione tenuto a Lecce dal Dott. Nicola Ruggiero è il tentativo di fare della Puglia un’esperienza di Organizzazione Interprofessionale dell’Olio d’Oliva!
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario InternationalMaster’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).
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