mercoledì 2 dicembre 2009

Se produci, confezioni e distribuisci poi… FALLISCI! E per non fallire: Innovazione varietale in Puglia e nel Mezzogiorno ovvero dall’ Open Source al







Se produci, confezioni e distribuisci poi… FALLISCI! E per non fallire: Innovazione varietale in Puglia e nel Mezzogiorno ovvero dall’ Open Source al Copyright
di Antonio Bruno*


Il valore aggiunto, parole che ai più non dicono nulla ma che rappresentano l’incubo degli agricoltori, degli imprenditori agricoli. Un’agricoltura che produce e finanzia il grossista perché se in 60 giorni produci la verdura poi la vendi a uno che te la paga dopo 120 giorni e che si prende questo benedetto “valore aggiunto” stai finanziando qualcun altro che oltre a non mettere un euro con i tuoi investimenti specula il valore aggiunto. E quando l’agricoltore chiede come fare a prenderselo lui quel valore aggiunto, che poi sono Euro sonanti, c’è chi gli dice che deve organizzarsi ed espone le modalità come ieri sera a Zollino (Lecce) dove si è tenuto un Convegno dal titolo “Forme di Commercio Locale: Gruppo di acquisto solidale e Mercati del Contadino http://www.myspace.com/fierasangiovanni ,
e poi c’è chi invece come Renzo Piraccini, Presidente Consorzio Almaverde Bio http://www.almaverdebio.it/ , ci ricorda che per l’ortofrutta solo l’1% è rappresentata dalla vendita diretta e che loro di Alma Verde, che hanno rilevato un azienda che oltre alla produzione aveva 5 punti vendita, hanno registrato il fallimento economico di questi spacci di vendita diretta perché ognuno deve fare il suo lavoro.
Renzo Piraccini un uomo alto, magro, con un accento emiliano che da sempre è sinonimo di schiettezza, di dire pane al pane e vino al vino, sta parlando nella splendida cornice del Castello di Carlo V a Lecce per la 2° Conferenza Economica Nazionale della CIA che chiede Più Agricoltura e la chiede dicendo che è il futuro che vogliamo.
Ma ripeto Renzo Piraccini è categorico: chi si interessa di produrre deve solo fare quello, così come deve fare solo quello chi confeziona e chi distribuisce. Non vuoi ascoltarlo? Lui ti ha avvisato se produci, confezioni e distribuisci poi FALLISCI!
Renzo Piraccini DICE CHE DEVI ESSERE SPECIALISTA IN UN PRODOTTO, porta l’esempio dell’Emilia Romagna che produceva mele che nessuno voleva, poi ha cominciato a produrre Mele Fuji http://lnx.melacampanina.it/mela-fuji-p-76.html
e Pink Lady http://www.pinklady-europe.com/-Italiano-.html e il prodotto va a ruba! Per la Fuji la cui origine com’è noto è cinese mentre la Pink Lady si presenta da sola dicendo:”mio creatore, John CRIPPS (dipartimento di agricoltura della Western Australia) mi ha messo al mondo nel 1973 in base ad incroci fra la Lady William’s e la Golden Delicious.Sono diventata famosa e rinomata in tutto il mondo con il dolce nome di PINK LADY®.”
Renzo Piraccini si rivolge alla ricerca, dice di trovare nuove varietà da cui poi far nascere dei “CLUB DI PRODOTTO” che dovrebbe poi avere l’esclusiva di questa varierà come succede per la Pink Lady.
Si rivolge agli agricoltori da manager affermando che tutto questo è possibile realizzarlo nel campo delle pere, delle mele, del kiwi, pesche nettarine e dell’uva da tavola (prodotta in quantità massiccia in Puglia). Insomma si tratta di investire nella ricerca, trovare un clone di un prodotto appetibile dal mercato, fare un club del prodotto affinché si tuteli il produttore e quindi cominciare l’INVASIONE GLOBALE. Renzo Piraccini è chiaro c’è la necessità di finanziare la ricerca che fa innovazione, ma penso che questo lo dicesse a lui stesso, lui che è presidente di Almaverde Bio però non ha detto quanto dei guadagni la sua azienda investe in ricerca. Questo glielo chiedo da questo punto di osservazione di tecnico di frontiera, tra la terra di Puglia e specificamente il profondo sud del salento e il mediterraneo dell’islam.
Renzo Piraccini dice che il 50% dell’ortofrutta italiana si vende in Germania e poi affronta il problema delle BARRIERE FITOSANITARIE che impediscono di esportare l’ortofrutta italiana in paesi che sarebbero degli ottimi mercati. Dice degli Stati Uniti che obbligano la nostra ortofrutta a transitare solo attraverso il porto di New York e noi italiani, negli Stati Uniti esportiamo grossi quantitativi di Kiwi e Agrumi, ma la cosa che lascia senza fiato tutti è che in Cina, Corea del Sud e Giappone, che sono paesi grandi consumatori di Kiwi, noi siamo impossibilitati ad esportare perché questi paesi pongono barriere fitosanitarie.
Tentare delle trattative paese per paese costa fatica e anni di contatti. La politica dovrebbe mettere mano a questo, anche perché gli imprenditori italiani sono presenti in questi paesi. Il messaggio è rivolto al Ministero per il Commercio con l’estero, al ministero degli esteri e alla nostra agenzia di commercio l’istituto nazionale per il commercio con l’estero ICE http://www.ice.gov.it/ che dovrebbe, assistito dal Ministero degli affari esteri http://www.esteri.it/MAE/IT e dal Ministero dello sviluppo economico - commercio internazionale http://www.mincomes.it/ , aprire un negoziato con questi paesi sia dell’America che dell’Asia.
La cosa che deve far riflettere è che nonostante il SUPER EURO, che dovrebbe agire facendo diminuire le esportazioni, il Kiwi aumenta la quantità di esportazione. Questo fatto ci deve far riflettere e deve comportare un’azione consequenziale.
Renzo Piraccini continua a parlare ci racconta il Biologico d’Italia, dice che non è assolutamente una moda ma che consumare cibo sano è una tendenza che sta prendendo sempre più piede. Il mezzogiorno è “naturalmente portato verso il biologico”, il clima della Puglia si adatta alla produzione sana, senza l’ausilio di prodotti chimici. In Puglia si può produrre in maniera naturale. Per adesso il Biologico in Italia rappresenta il 2% dei consumi ma la tendenza è all’aumento.
Però, dice Renzo Piraccini, il Biologico si afferma se entra nella grande distribuzione e per questo si deve dialogare con queste strutture che fanno il mercato.
Infine Renzo Piraccini, Presidente Consorzio Almaverde Bio, afferma che quando si parla di agricoltura è vero che c’è quella locale, quella degli agriturismo per intenderci, ma si deve parlare anche, e forse soprattutto, del marcato globale per rafforzare con il “CLUB DI PRODOTTO” l’anello debole che è l’azienda agricola.
In Puglia per il clima, per la naturale propensione della nostra terra a produrre alimenti sani che ha visto sancire il motto: «La dieta mediterranea è un patrimonio da custodire e da diffondere»
inventato dal collega Dott. Agr. Paolo De Castro allora Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali che presentò la candidatura della dieta mediterranea a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, c’è la possibilità di fare il Copyright delle varietà e istituire i Club dei Produttori.
Mi rivolgo particolarmente ai maestri dell’Università, specificamente ai prof. delle Facoltà di Agraria d’Italia, la ricerca pubblica generosa e competente del nostro Paese, ai loro saperi e alle loro ricerche che hanno tutte le carte in regola per creare innovazione e fare della Puglia e dell’intero Mezzoggiorno il “Club dei produttori del mondo!”


*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario InternationalMaster’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).


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