La lebbra dell’olivo è provocata da un fungo invece la lebbra dell’uomo è provocata da un batterio
di Antonio Bruno*
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Con questa nota voglio senz’altro rassicurare tutti che la lebbra degli olivi del Salento leccese è causata da uno, due o addirittura tre funghi, e non è assolutamente la malattia detta “lebbra” di cui si ammala l’uomo (o morbo di Hansen) che invece è una malattia infettiva e cronica, causata dal batterio Mycobacterium leprae, che colpisce la pelle e i nervi periferici
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Dopo la pubblicazione della mia nota sulla “Lebbra dell’olivo” ho ricevuto molte telefonate, una in particolare mi ha fatto piacere, ed è quella del Collega Dottore Agronomo Vincenzo Parisi del Consorzio di difesa della Provincia di Lecce.
Il caro amico Vincenzo mi ha fatto presente che studi recenti hanno chiarito che il fungo Gloesporium olivarum oggi è invece chiamato Colletotrichum gloeosporioides e che quest’ultimo ha più ceppi uno dei quali è detto Colletotrichum acutatum mentre pare ce ne sia un altro che non è ascrivibile né al primo né al secondo ed è in via di classificazione.
A questo proposito ho fatto una ricerca che ha dato questo risultato che porgo all’attenzione del collega Parisi: La mummificazione delle olive: Gloeosporium olivarum ALM ; Colletotrichum gloeosporioides, (forma telomorfa: Glomerella cingulata (Staonem.) Spaulding & Schrenk)
Il collega Dottore Agronomo Vincenzo Parisi mi ha inoltre fatto presente di una sua collaborazione con la Facoltà di Agraria di Bari nel “Progetto Sperimentale Lebbra” di cui però non sono ancora disponibili le risultanze.
L’altra precisazione è stata sollecitata dall’amico Oleologo Gianni Lezzi, Esperto in olivicoltura elaiotecnica, Assaggiatore professionista che mi ha riferito di alcuni lettori della mia nota dello scorso novembre che erano allarmati dalla notizia da me data che gli alberi di olivo del Salento leccese avevano la lebbra.
Ora posso senz’altro rassicurare tutti che la lebbra degli olivi del Salento leccese è uno o due o addirittura tre funghi, così come mi ha chiarito il collega Parisi e non è assolutamente la lebbra (o morbo di Hansen) che invece è una malattia infettiva e cronica, causata dal batterio Mycobacterium leprae, che colpisce la pelle e i nervi periferici in vari modi e gradi, anche molto invalidanti.
Inoltre per quella malattia oggi vengono privilegiate le dizioni "morbo di Hansen" o "Hanseniasi" per evitare il marchio di infamia che la parola "lebbra" ancora reca con sé nell'opinione comune. Quindi la lebbra dell’olivo è un fungo e non può infettare nessun uomo in quanto la lebbra dell’uomo è una malattia dovuta, come abbiamo visto, ad un batterio. Ringrazio l’amico Gianni Lezzi per avermi avvisato di questo possibile spiacevole e imbarazzante fraintendimento.
Ma c’è una novità che è rappresentata dalla presa d’atto da parte mia dell’esistenza dell’ Interrogazione a risposta scritta 4-08139 presentata dall’Onorevole LUIGI VITALI lunedì 26 luglio 2010, nella seduta n. 358 alla Camera dei Deputati che di seguito riporto integralmente:
VITALI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della salute.- Per sapere - premesso che:
gli uliveti pugliesi, così come quelli di altre regioni, ormai da alcuni anni sono flagellati dalla cosiddetta «lebbra dell'olivo» che sta arrecando gravissimi danni anche in ragione della scarsa efficacia dei rimedi attualmente utilizzati.
Si ricorda infatti che tale malattia determinata dal fungo (Gloeosporium olivarum/Colletotrichum gloeosporioides/glomerella cingulata) colpisce le drupe determinando una marcescenza delle stesse con conseguenza cascola e perdita di qualità dell'olio;
oggi la «lebbra dell'olivo» viene ad essere trattata con anticrittogamici a base di rame (poltiglia bordolese) che nell'ultimo periodo, anche e soprattutto a seguito del manifestarsi di un nuovo ceppo, sembrerebbero non avere più una grande efficacia;
in funzione di tanto si renderebbe necessario l'affiancamento di fitofarmaci che utilizzino molecole come le strobilurine nonché l'utilizzo di antiperenosporici il cui utilizzo in Italia è consentito su vigneti ed altre coltivazioni mentre risulta essere vietato per l'olivo;
la maggiore efficacia di tali trattamenti sulle piante dell'olivo sarebbe già stata accertata in Spagna ove sarebbe stata altresì verificata l'assenza di elementi di fitotossicità verso le piante e di eventuali residualità nel prodotto dell'olio di oliva – :
quali iniziative, studi e ricerche siano stati intrapresi o intendano intraprendere gli organi competenti, anche di concerto con le regioni interessate - in particolare con la regione Puglia - e con l'Osservatorio fitosanitario regionale ed all'università degli studi - facoltà di agraria, per valutare e verificare la possibilità di eventuali registrazioni e/o autorizzazioni, anche in deroga, all'utilizzo dei fitofarmaci-trattamenti innanzi indicati.
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 23/07/2010. Stato iter: IN CORSO
Desidero precisare che il fungo Strobilurus tenacellus, normalmente presente in natura, produce un metabolita noto come Strobilurina A in grado di annientare altri funghi, conferendo all'organismo che lo sintetizza un notevole vantaggio competitivo. Chiedo al collega Vincenzo Parisi cosa ne pensa e se è a conoscenza di letteratura scientifica proveniente da colleghi spagnoli sia per l’applicazione delle strobuline che per l’uso degli antiperenosporici contro Colletotrichum gloeosporioides (forma telomorfa: Glomerella cingulata (Staonem.) Spaulding & Schrenk; Colletotrichum acutatum e la terza forma non ascrivibile a nessuna delle due precedenti.
Appena avrò notizie vi prometto che ne scriverò!
Bibliografia
Antonio Bruno: Ulivi salentini a rischio lebbra? http://culturasalentina.wordpress.com/2010/11/24/ulivi-salentini-a-rischio-lebbra/
CONSIGLIO OLEICOLO INTERNAZIONALE: Tecniche di produzione in olivicoltura http://www.unaprol.it/news/pdf/Tecniche%20di%20produzione%20in%20olivicoltura%20COI.pdf
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-08139 presentata da LUIGI VITALI lunedì 26 luglio 2010, seduta n.358 http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=27676&stile=6&highLight=1
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